Paese che vai, tradizione che trovi Onnigrafo Magazine

Paese che vai, tradizione che trovi

Quando si parla di feste e di tradizioni il proverbio più adatto è "paese che vai, usanza che trovi" e sicuramente una festa tanto importante e vissuta come il Natale di usanze ne ha moltissime in tutto il mondo.

Le più strane e divertenti, quelle più fedeli alla religione, quelle ancorate ai riti antichi di passaggio. Oggi ve ne vogliamo raccontare solo alcune, facendo un piccolo viaggio di paese in paese.


In Norvegia la notte prima di Natale si assicurano di nascondere tutte le loro scope. Questo perché tempo fa si credeva che spiriti maligni e streghe uscissero allo scoperto proprio la notte della Vigilia: secondo una leggenda, dunque, se il 24 dicembre una scopa viene lasciata in giro per casa questa attirerà una strega cattiva. La fattucchiera ruberà la scopa e rovinerà il Natale per tutti. Quindi è necessario stare molto attenti! Non solo: i norvegesi credono anche nell’esistenza di un piccolo gnomo, chiamato Nisse, che fa i dispetti ai bambini, a meno che questi non gli offrono in regalo una tazza contenente del porridge preparato apposta per lui.


Andiamo in Ucraina: cosa non dimenticare nell’addobbare l’albero di Natale?

Oltre che con palline colorate e luci scintillanti, in Ucraina l’albero viene addobbato anche con delle ragnatele finte. È sicuramente una delle più particolari tradizioni natalizie nel mondo, che lascia tutti a bocca aperta e deriva da un’antica leggenda: si racconta che una vedova vivesse in una vecchia casa coi suoi figli. La famiglia era molto povera e non aveva abbastanza soldi per addobbare il proprio albero di Natale. Così, la notte della Vigilia, donna e bambini andarono a letto, consapevoli che la mattina dopo li avrebbe accolti un albero spoglio e privo di decorazioni. I ragni, percependo la tristezza dei bambini, decisero di creare tante bellissime ragnatele per decorare l’albero in maniera semplice ma elegante. Oggi, aggiungere una ragnatela al proprio albero è simbolo di buon auspicio.


Una tradizione tedesca che risale al XVI secolo prevede che tra gli addobbi dell’albero ne venga nascosto uno a forma di cetriolo. Le origini di questa usanza sono state ormai dimenticate: esistono tante leggende che cercano di spiegarne la ragione alla base, ma nessuna viene considerata quella autentica all’unanimità. Tra le possibili spiegazioni ci sono una leggenda riguardante il buon cuore di San Nicola e una legata a un coraggioso combattente della Baviera. Quello che è certo è che il primo che trova la curiosa decorazione la mattina di Natale riceve un regalo extra!


Quella del Tió De Nadal è una tradizione catalana, molto amata dai bambini. Ogni anno i più piccoli prendono un ceppo di legno e lo decorano a loro piacimento, di solito con una faccia sorridente e il tipico berretto catalano. Dall’8 dicembre al 24, questo pezzo di legno riposa sotto una coperta, vicino al camino, e viene riempito di frutta, torrone, nocciole e cioccolatini. La sera della Vigilia i bambini iniziano a colpirlo con dei bastoncini, mentre cantano la canzone a lui dedicata. Una volta finita la canzone e sollevata la coperta non resta che scoprire, e mangiare, tutte le sorprese che sono state nascoste al suo interno nei giorni precedenti. Una delle tanti varianti di una tradizione, quella del ceppo di Natale, davvero antichissima.

Quella del ceppo di Natale o ceppo natalizio o ciocco natalizio è considerata una delle più antiche tradizioni natalizie, il giorno della Vigilia di Natale il capofamiglia in modo solenne, recitando una preghiera o facendo un brindisi, metteva a bruciare nel camino di casa un grosso tronco di legno, che poi veniva lasciato ardere anche nelle successive dodici notti fino all'Epifania, doveva quindi essere un ceppo molto grande e magari anche non troppo secco, in modo da bruciare lentamente e capace di "sostenere" le feste e quindi tutta la legna che sarebbe passata per il camino. La cenere e i piccoli resti del ceppo una volta consumato venivano poi conservati, in quanto si attribuivano loro proprietà magiche (si aggiungeva al foraggio degli animali nelle stalle, si gettava sulla terra arata prima semina, addirittura si credeva che riposta sotto il letto tenesse lontano i fulmini, e spesso i piccoli legnetti venivano conservati fino all’anno successivo: sarebbero serviti ad accendere il fuoco nella notte della Vigilia.

A seconda delle culture, erano diverse le piante che venivano scelte per questa tradizione: i francesi preferivano gli alberi da frutto, gli inglesi il frassino, il pino o la quercia, gli scozzesi la betulla, i serbi la quercia.


Che si trattasse di una tradizione molto antica e diffusa è testimoniato dal fatto che in alcune lingue il termine con cui si indica il ceppo si ritrova nei termini per indicare il Natale (come il lituano kalėdos, che significa letteralmente "sera del ceppo”) o la vigilia di Natale (come il croato badnjak, che significa anche "ceppo") o da altri nomi come "Festa di' Ceppo" come si dice in Toscana.


Da questa tradizione deriva anche quella del dolce chiamato ciocco natalizio o tronchetto di Natale, molto diffuso nei Paesi di lingua francese, un morbido impasto arrotolato farcito di marmellata e decorato con cioccolato, per i più precisi “graffiato” come la corteccia di un tronco.

Si tratta quasi certamente di un'usanza di origine precristiana che può avere diverse interpretazioni: il ceppo veniva bruciato a ridosso del solstizio d’inverno e rappresenterebbe lo spirito della vegetazione e il suo bruciare la luce solare che garantirebbe calore per tutto l'anno a venire; ma potrebbe anche rappresentare l'accensione annuale del focolare sacro, che rappresenta sia il centro della vita familiare sia la dimora degli spiriti degli antenati.

Secondo l'interpretazione cristiana, il ceppo doveva invece simbolicamente servire per riscaldare il Bambin Gesù e il fuoco rappresenterebbe l'opera di redenzione di Cristo, sacrificatosi per salvare l'umanità.

L'usanza del ceppo di Natale è attestata per la prima volta in Germania nel 1184.

Dalla Germania la tradizione si diffuse anche in Scandinavia, nelle Alpi italiane, nella penisola balcanica e nella penisola iberica.

L'usanza si diffuse anche in Inghilterra, dove è attestata per la prima volta nel XVII secolo. Infine, l'usanza fu importata anche negli Stati Uniti e in Canada dai padri pellegrini. Ma come per ogni cosa l’usanza prende forma in modo diverso in ogni paese e perfino nella nostra Italia le usanze sono un po’ diverse da regione a regione.

In Lombardia ad esempio,  il capofamiglia passava sul ceppo del ginepro e vi posava sopra delle monete recitando una preghiera in nome della Trinità. In seguito, tutti insieme si beveva a volontà e il vino rimanente veniva gettato dal capofamiglia sul ceppo, dopo aver bevuto di deve pur mangiare, e visto che siamo in Lombardia non c’è nulla di più adatto del panettone, considerando che le famiglie erano più numerose di oggi, e che il numero 3 era un continuo ripetersi, si tagliavano tre panettoni e, come buon augurio, una fetta si riponeva per tutto l’anno successivo, come diventava non ci è dato saperlo.

In Toscana, in particolare in Val di Chiana in provincia di Arezzo, era usanza intonare durante la "cerimonia del ceppo" la seguente preghiera: "Si rallegri il ceppo: domani è il giorno del pane. In seguito, dei bambini bendati dovevano colpire il ceppo con delle tenaglie, mentre il resto della famiglia intonava un particolare canto, chiamato "Ave Maria del Ceppo". preghiere antiche e gesti scaramantici, e ai bambini che si prodigavano nel compito venivano dati dolcetti in dono.

Nella Sicilia orientale, in particolar modo nelle zone etnee, il ceppo di natale, detto Zuccu in dialetto, viene celebrato in modo corale: è usanza accatastare la legna in maniera piramidale nelle piazze dei paesi, la tradizione vuole che il fuoco venga acceso il 24 sera prima della messa di mezzanotte dopo la benedizione del sacerdote. Oltre a richiamare la simbologia cristiana della "luce fonte di vita", diventa una gradevole occasione, dopo la celebrazione della veglia di mezzanotte, per fermarsi attorno al ceppo e scambiarsi gli auguri di natale avvolti dal calore delle fiamme.



E la tradizione di casa vostra? Quella tutta speciale per il giorno di Natale? Per me è arrivare trafelata al pranzo cercando di non soffocare sotto la carta dei regali!