San Nicola, detto anche Babbo Natale Onnigrafo Magazine

San Nicola, detto anche Babbo Natale

Il 6 dicembre di molti anni fa ho scoperto per caso che a Trieste si snodavano bancarelle su bancarelle piene di giocattoli e la gente si accalcava a comprare regali come se fosse una cosa assolutamente importantissima. Si tratta di una usanza tipica del Nord est d'Italia e di buona parte dell'Europa da lì attaccata, dove si aspetta la giornata di San Nicolò per iniziare a stipare i doni per i bambini buoni, ma la tradizione triestina riporta che il 6 dicembre, alla fiera dei giocattoli, i nonni facciano un regalo ai nipotini che quindi iniziano a scartare doni molto prima del giorno di Natale!

A distanza di anni ho ritrovato la stessa tradizione in Romania dove monete, frutta secca e caramelle vengono messe la notte tra il 5 e il 6 dicembre nelle scarpe dei bambini.


Ma perché questa cosa e soprattutto perché San Nicola?


Nicola era un vescovo di Mira morto nell'anno 350, si narra che venne a sapere che tre povere bambine della sua città, sarebbero state vendute come schiave, perché la famiglia non poteva assegnare loro una dote con la quale, divenute grandi, si sarebbero potute sposare.


Allora il vescovo andò solo nella notte, fino alla casa delle povere bambine, e posò sulla finestra tre sacchetti pieni d'oro.


Altri racconti soprattutto di origine slava, parlano di come il vescovo camminasse nella notte con un sacco pieno di piccoli doni come frutti o pezzi di pane che lasciava proprio nelle scarpe dei bambini poveri che riponevano le loro calzature fuori dalla porta d'ingresso.

Credo sia in dubbio come questa figura probabilmente reale sia stata miticizzata per essere poi trasformata nel vecchietto con l'abito rosso che vive al Polo Nord. Una di quelle figure ammantate della magia del Natale meno religiosa e più fiabesca e sicuramente amata da tutti i bambini.


Quindi buon San Nicolò a tutti voi e possiamo ufficialmente iniziare a fare regali!