Spesso quando ci annoiamo escono fuori da una tasca della giacca o dalla borsa un pacchetto di gomme da masticare, negli ultimi anni diventate utilissime addirittura a sostituire fuori casa lo spazzolino da denti e il dentifricio. Ma come sono arrivate da noi le gomme da masticare, anzi le gomme americane?
Le prime palline di gomma da masticare furono realizzate dallo statunitense Thomas Adams e vendute nel febbraio del 1871 in una drogheria di Hoboken nel New Jersey. Anche se a dirla tutta i primi a masticare gomme furono i Maya nello Yucatan che estraevano il lattice da alcuni alberi chiamati chicle per farne gomma da masticare, un alimento che serviva a scaricare la tensione dalle mascelle, scacciare la fame o semplicemente ingannare il tempo. Altrove si masticavano foglie di coca o tabacco, i Maya nello Yucatan invece evitavano assuefazione o danni particolari alla loro salute masticando questa semplice gomma.
Fu un generale messicano arrivato a State Island a proporre a Thomas Adams di utilizzare il lattice del chicles per fare gomma, solo che il messicano parlava proprio di gomma vulcanizzata da produrre a basso costo per guadagnare tanto e subito. Ma il generale Santa Ana tornò in Messico e morì dopo poco, mentre Adams iniziò a lavorare la gomma in modo diverso poiché appunto non riusciva a realizzare l'idea che gli era stata proposta. Pensò con una idea geniale di farne ciò per cui era stata utilizzata da secoli, gomma da masticare, con la semplice aggiunta di aromi.
E come ha fatto la gomma da masticare ad arrivare ovunque e far fare una fortuna ad Adams e a tutti gli altri produttori di gomma americana?
Semplice, durante la seconda Guerra Mondiale i soldati le fecero conoscere ovunque. Quella famosa razione abbondante dei soldati americani ancora una volta è entrata nelle case degli italiani durante la guerra, raccolta a piene mani dei ragazzini per strada. Così Il chewing gum diventa cingomma al Sud Italia dove ancora oggi viene chiamata in questo modo, mentre al nord, soprattutto in Piemonte diventa cicles, non a caso però, infatti una delle marche delle gomme americane si chiamava proprio Cicles dalla pianta dalla quale veniva estratta la materia prima, come sempre nulla resta al caso.
La seconda Guerra Mondiale non ci ha lasciato solo monumenti ai caduti in tutte le piazze e nuovi quartieri costruiti nel boom economico industriale post bellico, la seconda Guerra Mondiale ci lascia una lunga serie di espressioni direttamente dalle truppe americane sbarcate nella nostra penisola.
I soldati americani oltre al cioccolato, alle gallette, al bacon, alla gomma americana, portavano in dotazione anche i famosi Gold one, dei preservativi prodotti in piccole scatole di latta e incartati con carta dorata che li facevano assomigliare a una moneta d'oro, prodotti appunto dal marchio americano di condoms Gold.
Ma sarà solo un caso che un bel po' di anni prima nel 1922 venne fondata la Hatù a Casalecchio di Reno da un certo Franco Goldoni, una azienda che ha un nome dal significato importante habemus tutorem, e produce profilattici, tettarelle, biberon, succhiotti per bambini, guanti in gomma.
Sembra assurdo ma questo goldone potrebbe avere due diverse origini, si potrebbe ipotizzare che al nord si possa essere chiamato così per l'azienda più conosciuta, magari al sud per via della maggiore presenza degli alleati.
Ho nominato nella reazione degli alleati americani la parola bacon, ora non stiamo qui a disquisire sull'utilizzo più o meno corretto del bacon in merito a una delle ricette più importanti della cucina italiana, anzi per questo vi rimando alla lettura di un articolo scritto proprio con lo scopo di far comprendere la vera origine della famosissima carbonara che, per quanto si possa pensare sia profondamente antica, risale invece anche questa al periodo della seconda Guerra Mondiale con la presenza degli alleati sul suolo italiano.
In Toscana precisamente a Livorno, per dire una grande quantità si può dire a rondemà, anche qui abbiamo un po' di dubbio sulla reale origine di questo modo di dire, nessuna licenza poetica di volgare italiano è stata trovata, piuttosto si tratta di un prestito lessicale di incerta provenienza. La maggior parte dei linguisti ritiene che derivi dal francese à ronde main, a mano rotonda nel senso di "a mano piena" oppure potrebbe derivare dal modo di chiamare i bambini da parte dei soldati alleati quando distribuivano cioccolata e gallette e chiamavano tutti around a man…
Ma nella nostra ricerca abbiamo trovato anche un'altra possibile spiegazione.
L'espressione potrebbe derivare dalle scorrerie che i livornesi effettuavano nei depositi americani nell'immediato dopoguerra. La fame e la miseria li portava a entrare di nascosto in questi depositi per "prendere in prestito" tutto quel ben di Dio che si trovava in quei luoghi.
Quando venivano scoperti la sentinella lanciava l'allarme Arround the Man, ovvero "circondatelo" e a quel punto apparivano militari in grandi quantità, da cui a rondemà.
Un altro prestito lessicale che appartiene allo stesso momento storico, sicuramente indiscusso per la sua fama è la parola sciuscià.
Noto al pubblico italiano per il capolavoro neorealista di Vittorio De Sica del 1946, Sciuscià, lo sciuscià è un ragazzino che lucida le scarpe ma c'è una precisa caratteristica di questo lustrascarpe e determina il motivo del prestito dall'inglese shoe shine, appunto lucidare le scarpe. Diventa questa la denominazione dei ragazzi che negli anni immediatamente successivi alla seconda Guerra Mondiale durante l'occupazione alleata si prestavano a fare i lustrascarpe annunciandosi con tale grido e a compiere altri umili servizi ai soldati alleati, dedicandosi spesso anche a piccoli traffici illeciti coi soldati stessi per guadagnarsi da vivere.