Sua maestà il tortellino Onnigrafo Magazine

Sua maestà il tortellino

Se dovessimo trovare il luogo di nascita del tortellino avremo sicuramente di che discutere, poiché la contesa tra Modena, Bologna e Castelfranco Emilia ha radici antiche dai contorni piuttosto sfumati. Sicuramente in questa storia il campanilismo fa da padrone, ma l'unica cosa certa è che il tortellino è nato in Emilia e ovviamente non dobbiamo confonderlo con il cappelletto, che invece a romagnolo, ed ha oltretutto una dimensione maggiore e differenti ripieni.

La cosa più interessante riguardo l'origine del tortellino è sicuramente la sua nascita leggendaria legata addirittura a uno sfondo mitologico. Il primo racconto che si trova parla di una locanda di Castelfranco Emilia, il Corona, che all'epoca era ancora sotto il controllo di Bologna. Si narra che una sera giunse alla locanda una bellissima marchesina per per riposare da un lungo viaggio, il proprietario della locanda incantato da tanta bellezza andò dietro la porta della stanza della donna e la guardò dal buco della serratura, spiando riuscì a intravedere l'ombelico della donna e, stupito di tanta meraviglia, creò il cappelletto ispirato da quella forma perfetta.

Ma questo famoso ombelico appare anche in un racconto di origine mitologica, dove al posto della marchesina troviamo addirittura Venere. La leggenda fa risalire il tutto all'episodio della secchia rapita sfociato in una delle grandi battaglie del Medioevo, quella del 1325 tra Bologna e Modena. Il poeta Modenese Alessandro Tassoni nel 1624 narra in chiave tragicomica una terribile battaglia adducendo come casus belli un'assurdità totale ovvero il rapimento di un secchio o meglio La secchia rapita, nell'opera di Tassoni si adduce a motivo di uno degli scontri campali più cruenti combattuti nel Medioevo, la battaglia di Zappolino, il dispetto perpetrato da alcuni soldati modenesi ai danni dei bolognesi che, dopo essere stati cacciati nei loro territori, avevano dovuto subire anche l'affronto di vedersi rubare da sotto il naso un secchio usato per dissetarsi ad un pozzo. I bolognesi scatenano quindi la guerra, alla quale parteciperanno addirittura anche alcuni dei pagani come Marte, Minerva, Venere e Bacco. In realtà lo scontro campale di Zappolino vide in contrapposizione Guelfi e Ghibellini, anche se passò alla storia come la battaglia della secchia rapita. Una battaglia oltretutto profondamente inutile poiché mesi dopo lo scontro, in cui morirono oltre duemila soldati, le due città rivali firmarono una pace che riportò i confini delle proprietà esattamente come erano prima della battaglia. 

Tornando al nostro tortellino, si vocifera che durante la guerra tra Modena e Bologna a causa della secchia rapita, Venere Bacco e Marte correndo in aiuto a Modena trovavano ristoro presso la locanda Corona. Il mattino seguente Marte e Bacco si allontanarono dalla locanda lasciando Venere dormiente la quale al risveglio, chiamando il locandiere sfoggiò il suo ombelico che rapì la fantasia dell'uomo che corse in cucina e tentò di riprodurre le fattezze, nello specifico dello splendido ombelico, con un fazzolettino di pasta.

Che sia Venere o la marchesina, resta che l'originale forma del tortellino sia dovuto all'ombelico di una donna.

Ma la storia è sicuramente più precisa e meno folkloristica e parla di fatti più concreti.

Lo storico Cervellati parla del tortellum ad Natale nelle tavole bolognesi già nel secolo XII, riferimenti storici e letterari appaiono fin dai primi del 1300 in una ricetta in dialetto Modenese " torteleti de enula"e nel quattrocento il tortellino viene addirittura citato in una novella del Boccaccio.

Si tratta della novella Calandrino e l'elitropia dove Giovanni Boccaccio parla del paese di Bengodi, un luogo ideale dell'immaginario goloso che ha molti punti in comune con l'Emilia Romagna: un mitico paese in cui tutto è piacere allo stato puro e basa la sua eccellenza soprattutto sull'offerta alimentare.

Sicuramente la data più importante per il tortellino è il 1904 in quell'anno i fratelli Emiliani Bertani, partecipando alla fiera di Los Angeles, presentano il tortellino, oltre che il modo corretto per conservarlo.

Da quel momento il tortellino diventa conosciuto a livello mondiale. La consacrazione ufficiale della ricetta del tortellino avviene il 7 dicembre 1974 data in cui la Dotta Confraternita del Tortellino registra la ricetta del tortellino in brodo presso la Camera di Commercio di Bologna. 

Oggi ovviamente sappiamo che il tortellino viene cotto e cucinato in modi diversi, potremmo dire in modalità a dir poco rocambolesche, perché la tradizione vuole che il tortellino lo si cuocia e si consumi solo e esclusivamente in brodo.

Abbiamo parlato di una doppia natalità per questo prodotto, esiste in effetti anche una differenza fra il tortellino bolognese e quello Modenese non tanto sulla forma ma sulla differente preparazione. Innanzitutto cominciamo col dire che a Bologna è chiamato turtlén, mentre a Modena turtléin, il nome tortellino prende il suo nome dall'italiano torta, questo perché lo si produceva solo per occasioni e feste particolari, ed era nato riciclando la carne avanzata dalla tavola dei nobili ricchi. Proprio su quello che è il concetto del ripieno del tortellino esiste una differenza profonda tra Modena e Bologna. 

Il tortellino bolognese prevede come ripieno un trito di carne composto da: 

lombo di maiale marinato per due giorni con aglio, rosmarino, sale e pepe; cotto successivamente in un tegame a fuoco lento con una noce di burro a cui si aggiunge prosciutto crudo, mortadella di Bologna, parmigiano, un uovo, noce moscata. Il tutto poi viene tritato finemente con il battilardo.

Il tortellino Modenese invece prevede come ripieno un trito di carne composto da:

Lonza di maiale tagliata a cubetti e fatta saltare in padella per pochi minuti, prosciutto crudo di Modena, mortadella, parmigiano stagionato, una o due uova, noce moscata, pepe bianco e sale. Il tutto macinato finemente nel tritacarne.

La sfoglia in entrambe le versioni viene preparata esclusivamente a mano e tirata al mattarello per mantenere porosità ed elasticità.

Anche sul brodo ovviamente ci sono due diverse scuole di pensiero. A Modena il brodo è rigorosamente solo di gallina, preparato la mattina da consumarsi alla sera; a Bologna invece il brodo deve essere di cappone e manzo e non deve mancare l'osso. Ancora un'altra differenza sta nella chiusura del tortellino: a Modena viene fatta intorno all'indice mentre a Bologna attorno al mignolo, probabilmente a seconda di dove si va, l'ombelico delle signore è più o meno grande.