Padrona. Esame pratico Onnigrafo Magazine

Padrona. Esame pratico


Lui avrebbe dovuto aspettarla a letto, entrambi i polsi ammanettati alla spalliera.

Lei entra nella stanza, andamento lento, un piede davanti l’altro, una linea retta. L’unico indumento un sandalo nero con il tacco alto. A bloccare il piede solo una fascia all’altezza delle dita, e un doppio cinturino a bloccarle le caviglie.

È bellissima in tutta la sua naturalezza, i lunghi capelli scuri raccolti in una treccia a scivolargli sulla spalla, lo sguardo così penetrante che potrebbe metterlo a nudo anche con la tuta da sci.

Lì in piedi di fianco al letto, di fianco a lui.

Le gambe leggermente divaricate.

Mani sui fianchi con i gomiti larghi, lo sguardo fisso su di lui, sul suo pene.

“Bene maritino, vedo che sei a già a buon punto”, vedendo la sua erezione crescere.

“Cosa succede se faccio questo?”

Una scarpa si poggia sul suo petto, il tacco affonda nella sua pelle.

Lui la vede, lì, davanti ai suoi occhi, la tenue luce dell'abat jour riflette sulle prime gocce di umidità. Il suo sapore arriva alle sue narici, aumentando la sua erezione.

“Allora la tua mogliettina ti piace ancora”, sussurra giocando con la scarpa sul suo petto. Ogni tanto sembra voler affondare di più il tacco, aumenta e diminuisce la pressione, per poi cambiar posto.

Porta la suola su un capezzolo, muove le scarpe come volesse spegnere un mozzicone di sigaretta, per poi poggiare il tacco. Lui la guarda sempre più desideroso. Guarda il suo sesso così invitante, quelle labbra così rosee, quel rosa che si scurisce sempre di più man mano che sprofonda nella sua cavità tante volta profanata.

Poi stanca di spegnere sigarette, le viene voglia.

Vuole sentire la sua lingua tra le gambe. Vuole essere assaporata, leccata.

Porta le gambe ai suoi lati, pian piano scende.

Sente la sua lingua accarezzare le sue labbra intime, davanti ai suoi occhi si tortura i seni, poi i capezzoli. La sua lingua tra le gambe, gli suscita un piacere immenso, lei per aumentarlo, non fa che scivolare avanti e indietro ripetutamente, il naso solletica il clitoride, sta impazzendo.

Gira la testa e vede la sua erezione.

Il glande in vista, l’insieme sembra un obelisco, un premio troppo grande da non ritirare.

Si gira, dandogli la schiena, scende con il busto per riscuotere la vincita del suo piacere. Apre la bocca, lo prende con tutta la cupidigia che ha in quel momento, tutto il desiderio di riempirsi di lui.

Apre la bocca come più non può, con entrambe le mani allarga il suo sedere per facilitare il compito al compagno,

Quando sente qualcosa di freddo stringerle il polso.

Non realizza subito; si gira, per capire cosa sia successo.

La sua mano destra è vincolata a quella sinistra del marito.

“che succede, come hai fatto?”

Il tempo di uno sguardo sorpreso, e la mano destra del suo uomo si stacca dalla spalliera, dove la manetta era solo appoggiata, e il suo polso sinistro si lega a lei.

“Cosa fai tesoro? Non erano questi i patti.”

“Cara mogliettina professoressa... mi hai esaminato con l’orale, poi con lo scritto. Ora la pratica è mia.”

Velocemente la gira, gli porta il pene davanti le labbra, sedendosi sul suo seno.

Le mani sono bloccate, si ritrovano obbligati ad accarezzarsi con una mano a testa.

Ci mettono poco ad abituarsi a quella prigionia.

Mentre lui si dedica alla sua vagina, lei inizia a prendersi cura della sua rosellina posteriore. Trovano subito la sintonia perfetta.

Le altre due mani accarezzano il pene di fronte alla sua bocca.

Poi lui interrompe tutto.

La guarda negli occhi, si allontana dalla sua bocca, e si avvicina al suo sesso glabro. Entra subito, portando le mani sul suo petto.

Lei non aveva mai provato questa sensazione, quattro mani sul suo seno.

Da una parte lui le stringe il seno e lei gioca con il capezzolo, dall’altra le parti si invertono, crede di impazzire.

Non smette di penetrarla, cambiando ripetutamente ritmo. Accelera fino a quando sta per venire, per poi rallentare.

Presto si rende conto di non farcela più anche lui, esce l’attimo prima che gli permette di scaricare sul suo petto tutto il suo seme.

La guarda negli occhi, le prende un dito e lo guida sulla sua pancia.

Quando si staccano e lei si alza può solo leggere quel messaggio sul suo corpo “ TI AMO TROIA”.