L'infarcito
Sempre caro mi fu il formaggio molle
e questa crêpe, che da tanta parte
dell'ultima sua piega il lardo essuda.
Ma sedendo e mangiando, interminati
sazi dopo di quella, e sovrumani
scompensi, e profondissima sete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor va alla verdura. Ma come d'olio
odo stormir le capesante, io questo
infarcito bel fritto a quella sete
vo comparando: e mi sovvien l'inverno
e le gran libagioni, e la presente
(evviva!), e il buon di lei. Infine, a questa
Immensità s'allarga pancier mia
e il naufragar m'è dolce in quest'amaro.