Mai stato solo Onnigrafo Magazine

Mai stato solo


«Kevin, ti prego!»

Spari. Spari ovunque. Kevin tiene saldo il fucile. Spara. Senza nessuna pietà. Due anni in quella scuola e ne ha già abbastanza. Spara a tutto quello che vede. Non riconosce nulla di ciò che gli passa davanti. Nessun frammento del passato lo può fermare. E il futuro è morte. I corpi si aprono davanti a lui. Scie di sangue. L’orrore che aveva desiderato.

«Kevin, ti pre…»

Taci! E levati di torno, gli dice l’istinto. Perché la sua mente non esiste più. L’ha ascoltata per l’ultima volta quella stessa mattina, nello scantinato. Si era assicurato che l’orario fosse giusto. Tutti erano entrati. La campanella era suonata. Un suono di morte, ma nessuno poteva saperlo. Entra e colpisci tutto ciò che si muove! Com’era dolce farsi guidare dall’istinto. Dal sangue. Dalla vendetta, dolcissima e attesissima vendetta.

«Io non ti ho fatto niente, io non ti ho fatto…»

La vita a pezzi davanti a lui. Frammenti di niente, per il ragazzo che spara. Sente porte aprirsi e chiudersi. Qualcuno che fa il furbo. Gente che fa finta di essere già morta. E io gli sparo ancora. Gente che si nasconde, ma tanto vi trovo tutti. Loro non entreranno, non prima che io abbia finito quello che ho cominciato.

«Aspetta, aspetta...», dice Sally Rodgers, il terrore negli occhi.

Lei aveva provato a parlarmi, una volta, pensa Kevin. Una mattina al laboratorio di scienze. Io avevo già in mente tutto, si dice il ragazzino. Lei parlava di noia, di quanto era bello divertirsi. Eccolo qui, il mio divertimento. Oh, no! Kevin sta ricominciando a pensare. Si sentono meno spari, all’interno dell’edificio. La polizia decide che è finalmente giunto il momento di fare irruzione.

«Ehi, tu!»

Kevin si volta. Troppo presto, non doveva andare così. Potevo prenderne ancora a decine. E invece riecco i fottutissimi sbirri. Che c’è, volete mettermi le manette di nuovo? E io apro il fuoco. Questa volta non sono solo. Non lo sono mai stato. Io e il mio amico ci tenevamo tanto a presentarci insieme. A fare i fuochi d’artificio. Ora non ridete più alle mie spalle, non è così?

«Getta l’arma! Ripeto, getta l’arma!»

E io ti scarico il caricatore addos…

«Fuoco!»


L’ennesimo dramma si è consumato. Le due maggiori testate nazionali, una a fianco all’altra, a parlare del massacro della Englund High School a Englund, New Mexico. Cittadina di cui nemmeno i giornalisti in servizio sapevano dell’esistenza, fino a quel momento. Fino al ragazzino che ha preso in mano il fucile e ha sparato. Uno dei tanti.

«Il bilancio parziale è di undici vittime e ventinove feriti, tra i quali studenti e insegnanti. L’assalitore, Kevin Garrett, diciassette anni, è stato ucciso dalla polizia al momento dell’irruzione. La cittadina di Englund è ovviamente sotto shock.»