Howard Phillips Lovecraft, meglio conosciuto come H. P. Lovecraft, è stato, insieme a Poe, un pioniere della letteratura horror. Genio incompreso dei suoi tempi, ad oggi è un must di un qualunque amante della letteratura americana e non. Ora vedremo come l'ho conosciuto e il messaggio che mi ha trasmesso.
Nell'ultimo anno, come sono sicuro sia capitato a molti di voi, ho avuto più tempo. Tempo per fare del giardinaggio, sistemare la casa, portare a compimento tutti quei lavoretti che mi ero prefissato di finire, prima o poi. Li svolgevo con le cuffiette nelle orecchie, preso a braccetto da una nuova gradita scoperta: gli audiolibri.
Di Lovecraft avevo tanto sentito parlare. Ma di lui non avevo letto che pochi estratti dispersi nelle antologie. Nell'arco di circa sei mesi ho ascoltato gli audiolibri di tutte le opere di Lovecraft. Mi sono ritrovato tra le strade di Innsmouth, disperso tra le Montagne della Follia, a Dunwich. Ho esplorato le pagine oscure del Necronomicon, fatto la conoscenza di personaggi fuori dal tempo come Abdul Alhazred e Nyarlathotep, temuto divinità cosmiche come Azathoth o l'ormai famoso Cthulhu.
C'era qualcos'altro che traspariva dai testi. Sebbene non avessi mai letto la biografia di Lovecraft, non sapessi nulla dei suoi esaurimenti nervosi, dei mal di testa, delle disgrazie mediche ed economiche che hanno colpito lui e la sua famiglia, tanto da giungere a morte prematura all'età di quarantasei anni, ho notato un filo conduttore che lega le sue opere. Vi ho letto un certo negativismo, una malinconia malcelata. Gli ineluttabili orrori cosmici sembravano rappresentare i mali che hanno colpito lo scrittore, dei mostri colossali di fronte ai quali l'uomo è impotente. Inutile combattere, inutile cercare di evitarli. Inutile persino la ricerca di comprendere che cosa siano questi orrori, quale sia il loro scopo nell'universo.
Il dolore della perdita e la sopraffazione degli eventi rendono i protagonisti degli scritti di Lovecraft, spesso paragonabili allo scrittore stesso, inermi, indecisi e in totale balia degli eventi. Che cosa serve fuggire quando un popolo anfibio ha già preso possesso di un'intera cittadina e le persone iniziano ad accorgesene solo all'ultimo? Che cosa può fare l'uomo con i suoi miseri mezzi di fronte a una battaglia tra entità cosmiche che considerano il pianeta Terra al pari di un pulviscolo di polvere che fluttua nell'aria? La risposta è sempre la stessa: nulla. Reagire e combattere non serve. Stare fermi e attendere è altrettanto inutile, ma almeno serve a risparmiarsi quella dose di ansia che comunque verrà.
Lovecraft è diventato uno scrittore conosciuto solo dopo la sua morte. Inizialmente le sue opere erano state scartate o relegate a un pubblico minore. Nonostante cio, è riuscito a trasmetteterci un messaggio, un urlo silenzioso di struggente dolore e impotenza che hanno accompagnato la sua vita come quei sottili e persistenti mal di testa.