Sono un brav'uomo, lo giuro. Lo sono sempre stato.
Il lavoro. È stata colpa del lavoro, e molte volte della sua assenza.
Eppure li vedevo, attraverso il fondo del bicchiere e il liquido giallognolo che ci ondeggiava dentro come una tempesta: erano i miei piedi che affondavano nel catrame molliccio della strada.
Bevevo sorsi sempre più corposi per cercare di scorgere meglio ogni particolare al di là del vetro, ma quel bitume scuro si arrampicava sui pantaloni e, dopo avermi avvolto le gambe, stringeva saldamente. Poi arrivavano tappeti di scarafaggi, ragni, millepiedi e vermi a circondarmi: mi salivano addosso fino a ricoprirmi. Nemmeno urla e vomito arrestavano la loro corsa; neppure lo scricchiolio sotto le mie mani dopo averli schiacciati li faceva desistere.
E quel tremore che mi attanagliava. Non si placava mai. Le gambe, le mani, la testa; persino la vista e i pensieri tremavano. Ogni volta: dopo il bar e prima di arrivare a casa.
Simone è un bambino stupendo, ma è un bambino. Non può capire.
Che ne sa di debiti, licenziamenti o di come mi sento?
Ogni volta che mi si aggrappa alla gamba lo scalcerei lontano. A volte l'ho fatto, penso. Ma solo per allontanarlo, per farmi stare tranquillo a pensare.
Lui non può ancora comprendere. E quando insiste ad abbracciarmi lo prenderei a schiaffi. A volte l'ho fatto, non ricordo. Ma non per fargli del male; so che non è colpa sua.
Credo sia più causa di Cristina. Lei potrebbe capire, se solo volesse. Lei potrebbe tenerlo lontano da me, mentre penso a come risolvere i nostri problemi.
Non bevo sempre. Non ho mai bevuto. Solo quando devo pensare, come adesso.
Se volessi far loro male per davvero, potrei mandarli all'ospedale con un semplice pugno. Forse è successo, ma per errore, non volontà. Penso e spero non ce ne sia più bisogno. Sembra abbiano capito, adesso. Stanno tranquilli a letto e mi guardano con rispetto. Sanno che sto pensando anche a loro. Sanno che ogni sorso mi aiuta a respirare, a pensare meglio. Sanno che non farei mai loro del male, che ogni volta nel toccarli mi straccio pelle e anima.
Simo, Cri, per favore, ditelo anche voi a questi signori, prima che mi portino via. Per favore.