Da Nord, il vento
sul manto uniforme
glaciale e sottile
spirando battente
solleva radente
una polvere ostile
ricopre le orme
ed il mar con portento
Non s'approda ad un porto
ricolmo di navi incagliate
nella coltre, di bianco vestita
per sposar pochi raggi di luce
che presto in notte traduce
rende quella distesa infinita
nelle tenebre affastellate
un Helheim per un povero morto
Nelle crepe del ghiaccio profondo
nella morsa del gelo più atroce
all'addiaccio come un vagabondo
un richiamo, un sussulto di voce
molte orecchie raggiunge veloce
porta a galla le verità in fondo
ma con disinteresse feroce
si nasconde alla vista del mondo
"Come specchio il volto riporto
alle anime ormai separate
sopra questa landa smarrita
che tra lastre di ghiaccio conduce
verso il solipsismo più truce
e riflette coscienza sbiadita
in molteplici ed esagerate
forme dal guardo distorto"
Immoto ed attento
pur se d'opinione difforme
l'Altro ascolta da vile
la cascata fluente
dalla bocca dell'Indifferente
quel connubio gentile
di vacuità informe
e cortesia a stento
Non importa. Non sento. Non rinfaccio. Taccio.
E nell'artico orizzonte di noi
restiam soli, scolpiti nel ghiaccio.