IV ANTIMATERIA Onnigrafo Magazine

IV ANTIMATERIA

Illustrazione di Boris Vallejo, Uranus


Dalle narici sale il fumo denso

d'un mondo attorno nelle fiamme avvolto

la tua esplosione non crea certo incenso,

nulla di sacro e molto di sconvolto


E' singolare come il ciclo tutto

che da gemella oscura ti riveste

pur destinato ad aver fine in lutto

ancor continui senz'ere funeste


Oppure infin ti relegasti al bordo

così remota che remote ancelle

vedè passare l'Universo sordo


Repulsa allor, financo da colei

che tutto forma, con alma o senza,

con cui pur condividi l'ascendenza

sia essa informe Nulla o eterni dèi


Ristretti e condannati all'evidente

avvezzi a dissertar su tua gemella

mai su di te posammo le cervella

se non di rado e molto di recente


I nostri tentativi tu schernisci

l'infinitesimale annichilisci

Disequilibrio ch'evitò implosione


Parole di saggezza da Levante

m'insegnano di doppi fondamenti

per cui l'una dell'altra tien sembiante

seppur con forti contrapponimenti


Invero, la somiglianza è forte

tra ciò che pelle tange e spirto affligge

lo scontro interno che ci crocifigge

da tenera età fino alla morte


E non v'è soluzione a quegli opposti

contrari imposti, se non armonia

a sublimar nell'Uno, in prigionia


Il tuo Portale giace non protetto

alcun mortale audace al suo cospetto

abbandonato dalla sua Custode

spettrale afflato, falla senza prode


Arcigna Terra, fosti sentinella

in una guerra a colpi di favella

e mai ti vidi offesa o risentita

ma, dai tuoi nidi scesa, sei sparita


E in quel Crepuscolo ch'è la mia via

io sarò pure anti, ma te ria.