Illustrazione "Delirium" di Christian Word, Sandman of Neil Gaiman
Di getto il rigetto
per la perfezione d'un evento
delitto perfetto
la sustanziazione del quinto elemento
M'è inviso, disprezzo
quel solitario Fato, composto
in crisi ed avvezzo
al mio straordinario substrato scomposto
sono un'anima osmotica, assorbo
radiazioni di fondo dal Tutto
com'esanime asmatico, un morbo
dà reiterazioni d'un mondo in lutto
Fatto non fui a viver come Pluto
contando morti in nascosta quiescenza
ma per sentir il grido basso o acuto
d'un Universo in fredda dissolvenza
quell'acufene al colmo d'ogni strada
che la realtà conduce alla mia essenza
Su quella costruisco impalcature
di tubi e di giunture, in Armonia
mi oppongo ad un nemico da sconfiggere
che non so crocifiggere, Entropia
laddove allineo e ordino, lei cresce
e a trattenersi non riesce, ride
mentre in diluvio di rosso clangore
Shangai ricade e, nel Rumore, stride
Rumore che arranca gracchiante ed arrivato in cresta risuona ruggente
ristagna per raro frangente in anfratti rifratti da rabbia radente
rapsodico ed irriverente in profondi recessi ricrea ricorrenze
rincorre con riffa straziante destrutturazione delle frequenze
E' un vasto labirinto randomico
d'ampiezza mai uguale a se stessa
variopinto arcobaleno discronico
di una casualità mai soppressa
confonde, disturba e sempre smarrisce
rende cacofonia profetessa
Nell'assurdo viaggio indistinto
assurgo a miraggio già estinto
che il suono filtra nello spirto
già irto napello al frastuono
restringe l'esterno all'interno
e propaga poi sommo furore
all'infuori gridando: "Rumore!"