VI - RUMORE Onnigrafo Magazine

VI - RUMORE

Illustrazione "Delirium" di Christian Word, Sandman of Neil Gaiman

Di getto il rigetto

per la perfezione d'un evento

delitto perfetto

la sustanziazione del quinto elemento


M'è inviso, disprezzo

quel solitario Fato, composto

in crisi ed avvezzo

al mio straordinario substrato scomposto

sono un'anima osmotica, assorbo

radiazioni di fondo dal Tutto

com'esanime asmatico, un morbo

dà reiterazioni d'un mondo in lutto


Fatto non fui a viver come Pluto

contando morti in nascosta quiescenza

ma per sentir il grido basso o acuto

d'un Universo in fredda dissolvenza

quell'acufene al colmo d'ogni strada

che la realtà conduce alla mia essenza


Su quella costruisco impalcature

di tubi e di giunture, in Armonia

mi oppongo ad un nemico da sconfiggere

che non so crocifiggere, Entropia

laddove allineo e ordino, lei cresce

e a trattenersi non riesce, ride

mentre in diluvio di rosso clangore

Shangai ricade e, nel Rumore, stride


Rumore che arranca gracchiante ed arrivato in cresta risuona ruggente

ristagna per raro frangente in anfratti rifratti da rabbia radente

rapsodico ed irriverente in profondi recessi ricrea ricorrenze

rincorre con riffa straziante destrutturazione delle frequenze


E' un vasto labirinto randomico

d'ampiezza mai uguale a se stessa

variopinto arcobaleno discronico

di una casualità mai soppressa

confonde, disturba e sempre smarrisce

rende cacofonia profetessa


Nell'assurdo viaggio indistinto

assurgo a miraggio già estinto

che il suono filtra nello spirto

già irto napello al frastuono

restringe l'esterno all'interno

e propaga poi sommo furore

all'infuori gridando: "Rumore!"