C'era una volta una nuvola
Direte voi "una nuvola è un fatto passeggero" e forse avete ragione...
Questa nuvola infatti passava in un modo tutto speciale, passava come tutte le nuvole da una forma all'altra.
Direte voi "quale sorprendente novità! Tutte le nuvole cambiano forma" e forse avete ragione.
Vedete, questa nuvola cambiava di forma senza vento, lei stessa si muoveva tutta dall'interno e mutava.
Aveva già attraversato molte forme e tutte le altre nuvole non comprendevano questa cosa bizzarra, infatti tendevano a brontolare quando lei passava e facevano molta pioggia e qualche fulmine( ma solo le più scellerate) Lei non se ne curava, sentiva di dover mutare e semplicemente lo faceva senza chiedersi il perché.
Era stata tante cose! Una tartaruga, un pirata, il cappello di un cuoco, una volta addirittura un cuore ma si era dissolto velocemente. E tutto questo spostando le sue microscopiche particelle di acqua da sola, tanto che una volta litigò anche col vento che indignato bofonchiò: "beh, coff coff, insomma se vuoi fare tutto da sola conviene che tu trovi un altro cielo, coff coff"
Ma lei assunse la forma di scudo e non ci badò.
"Quale grande disgrazia era, in fondo, starsene da sola a cambiar di forma?"—pensò—mentre già sentiva che poteva scegliere la solitudine.
Questo fu, fino a che con le sue invidiose compagne non arrivò in uno spazio di cielo che dominava una delle terre più strane che avesse mai visto. Era una terra selvaggia, a tratti inesplorata, con profumi nuovi e tante bestie sconosciute. Il suo cielo non aveva niente a che vedere con i cieli tersi e caldi dell'Arizona o quelli russi, rigidi e gelidi, era come un mosaico e mentre lo attraversavano faceva freddo, caldo, tiepido che non avevi il tempo di abituarti.
In questo arzigogolo, mentre tutte le sue compagne facevano cerchio e cirri e cumuli e strati indignandosi, lei era curiosa...
E guardando attentamente scorse un uccello. "Ah che novità!"—direte voi —"nel cielo non volano mica elefanti". In verità in primo luogo in quel posto mi è sembrato di veder volare sovente anche gli asini, in secondo luogo dovreste smetterla di interrompermi giacché la storia è mia.
Dunque, eravamo all'incontro, sì.
Si trovarono, e si parlarono per ore. Si conobbero male perché c'era troppo vento quel giorno ma si capirono. In un tempo piccolissimo sentirono di essersi trovati e per questo esatto motivo si salutarono per sempre.
Sì! La saggia nuvola fece un discorso che convinse entrambi, essa disse "caro amico mio, ho provato ammirazione per le tue ali, al pari tu hai provato stima di me per le mie soffici e cangianti curve, ma ecco, io avrei scelto la mia solitudine e poiché ogni qual volta scelgo qualcosa non mi sbaglio mai, son sicura di non essermi sbagliata neanche stavolta, distinti saluti"
L'uccello volò via a testa bassa, cioè come in picchiata.
Passò un po' di tempo da allora, e la nuvola stava lì a dire a se stessa "ah che gran cosa star da soli a pensare ai casi propri", ma ecco un battito d'ala, ed ecco un cinguettio e subito la sua mente si distraeva, ed ecco che ricordava un becco, una piuma. Ogni giorno.
Fino a che capí e quello che capí, ora che siete tutti in silenzio ad ascoltare, io non ve lo spiegherò.
Vi dirò solo che ora è lì, ed ha la forma di nido.