L'ultimo addio Onnigrafo Magazine

L'ultimo addio

L'ultimo addio fu così potente,

che ogni essere umano

divenne al mio sguardo,

malinconicamente inconsistente.

 

L'ultimo addio fu così struggente

che qualcuno giura ancora

di sentire nelle piazze,

l'eco,

del mio pianto disarmante.

 

L'ultimo addio fu scelto,

carnefice e preda dentro a questo mio delitto.

 

Non essere amati non è contemplato per l'universo,

disperate ci strappiamo le pene via di dosso;

svestite, denudate,

quasi troppo poco

e nel poco

ancora poco amate.

 

Lanciate sassi a quella vecchia finestra

che non si è manifestata mai

sul cortile del mio grande amore,

e guardatela in faccia

la vigliacca!

Deve sentirla tutta addosso la mia disperazione.

 

Ora chiudete tutte le porte signore mie;

Che quando l'addio mio sarà finito,

il vostro sarà appena cominciato.

 

Mai!

Nel tramontare del mio ultimo respiro,

la pietà sarà raccolta da queste mie mani,

su questa vostra terra,

che mai ha privato nessuno quanto me...

 

Di addii infinitamente lunghi,

ingiusti, struggenti,

vigliacchi.