Capitolo Terzo
Data 22851204.1503
Terra, Distretto di Xiamen.
Quartier Generale del Governo Interplanetario.
Alte mura grigie squadrano una stanza priva di ornamenti. Ampia, netta, vuota. Inaccessibile. Alcune piccole fessure vicino al soffitto concedono a della tiepida luce solare di illuminare il luogo, diffusa ma lieve. Al centro della stanza, sul pavimento levigato, una parte di esso, fino a poco prima del tutto mimetizzato con il resto della struttura, si estende verso l’alto e si arresta a meno di un metro da terra; alcuni piccoli occhielli brillano lungo il perimetro della lastra che si è appena eretta. Le immagini olografiche di sei individui si materializzano intorno al piedistallo, disposti equidistanti come fossero a un tavolo. Una voce metallica, resa così per essere riconosciuta come artificiale, parla:
“Assemblea Straordinaria Data 22851204.1503”
La voce fa una breve pausa per poi proseguire:
“Sono presenti: Agnese Prosjv, Alexey Mordasov, Chani De Medici, Katrina Tanaka, Wei Li”
L’ultimo nome pronunciato appartiene a un terzo sesso. Dal portamento autoritario, lo sguardo di ghiaccio dal taglio leggermente orientale, il viso ovale, la mascella e la bocca delicate denotano la sua chiara appartenenza alla tredicesima generazione di Xiamen. Wei Li prende la parola dell’assemblea. La voce è distesa, autoritaria, quasi meccanica in certi momenti.
«L’Anomalia avvenuta in data 22851203 è stata accreditata a questo distretto. Le ricerche per l’adeguamento delle infrastrutture di comunicazione a lungo raggio portata avanti dal team scientifico della Base Stellare SOL1 devono proseguire con la massima efficacia. Se Cisco Dereva non è in grado di proseguire, dovrà consegnare il lavoro al team di supporto e congedarsi dalla stazione. Edwin Lucas è stato attualmente sedato e posto in coma farmacologico onde evitare l’insorgere di problematiche relative alla sua delicata condizione. Cisco Dereva deve essere monitorato; una volta conclusa questa assemblea a sarà attivata una subroutine di tracciamento nel suo HUD.»
Wei Li ha finito di parlare da qualche istante, ma tra tutti i presenti ancora nessuno ha preso parola. Con un cenno della mano Wei Li spinge i suoi colleghi a farlo, tra questi prende l’occasione per intervenire Agnese Prosjv. Che con una voce leggermente graffiata da una lieve congestione si sforza di farsi sentire dal resto dei presenti.
«Cisco Dereva è in buona salute e potrà di certo continuare il suo operato presso la Base Stellare SOL1. Oggi ha goduto un di riposo imposto dalla sottoscritta. Il rapporto dell’incidente è nella norma, nessun dubbio anomalo è stato registrato nel comportamento di Cisco Dereva e ritengo che non siano necessarie altre indagini..»
Katrina Tanaka prende parola subito dopo Agnese. «Il rapporto che ci ha inviato è preciso e soddisfacente. Ogni altra indagine potrebbe instillare un qualche genere di dubbio in coloro che sono stati coinvolti nell’incidente e noi questo non lo vogliamo. Per quanto riguarda Edwin Lucas, però, suggerisco che venga esonerato a tempo indeterminato dal proprio lavoro. Almeno fino a quando la sua condizione non sarà ritenuta stabile e priva di pericolose ricadute.»
Alexey Mordasov prende parola con voce titubante. Tutti i presenti si voltano a guardare il suo ologramma. «Propongo di impiantare un blocco mnemonico in Edwin Lucas, al fine di impedire un eventuale insorgere di memorie sfalsate e poterlo dimettere il prima possibile senza dare adito a ulteriori domande.» Dopo aver affermato ciò, la voce metallica squilla nella stanza.
“Richiesta mozione da Alexey Mordasov”.
Tutti i presenti approvano e la voce metallica conferma. Senza aggiungere altro quasi all’unisono tutti gli ologrammi svaniscono e la stanza torna vuota nel suo silenzio. Gli occhielli luminosi spariscono dalla lastra e questa torna nella sua posizione di partenza incastonata perfettamente nel pavimento.
***
Al centro del pavimento della stanza si accendono quasi simultaneamente due occhielli di luce. Due proiezioni olografiche si generano l’una davanti all’altra. Da una parte si materializza Agnese, dall’altra una figura leggermente più alta di lei, nascosta interamente da un pesante mantello con un cappuccio cremisi e il viso coperto da una maschera bianca priva di lineamenti. I due si scrutano a vicenda per un attimo. Attraverso le fessure della maschera due occhi di smeraldo sembrano socchiudersi come ad abituarsi alla luce che, anche se molto tenue, pian piano si spegne del tutto. Adesso la stanza è calata nel buio, l’unica fonte di luce proviene dalle due sagome che appaiono meno disturbate, più nette.
Agnese sta per parlare ma la figura ammantata la anticipa. La sua voce è metallica, simile a quella artificiale della precedente assemblea, ma l’intonazione tradisce umanità.
«Dottoressa, ho ascoltato la vostra assemblea. Non ho bisogno di ragguagli.» fa una breve pausa e poi continua «Cisco deve completare gāi xiàngmù.» Il traduttore sembra non riuscire a fare efficacemente il suo lavoro con le parole dell’individuo ma questo lo ignora e prosegue. «Cisco deve continuare senza distrazioni, l’inaugurazione del Kán’Jù N’gàn Jǎn deve avvenire come prestabilito.»
Il tono dell’individuo è perentorio, Agnese strizza lo sguardo su quegli occhi verdi, poi replica. «Al contrario di quello che ho riferito all’assemblea Cisco deve aver compreso parte del segreto di Terranova o quanto meno il blocco mnemonico che gli avete impiantato sette anni fa sta affievolendo la sua efficacia.» fa una pausa nella speranza di scorgere qualcosa nel suo interlocutore, che però rimane impassibile in ascolto.
«Alcune connessioni alla rete interplanetaria hanno rivelato che durante le prime ore del mattino, dopo che sono uscita dal suo appartamento, ha fatto delle ricerche sugli incidenti da teletrasporto. Alcune ore dopo invece, in tarda mattinata, il sistema ha intercettato una connessione ombra in uscita verso il deep-web della quale però non siamo riusciti a tracciarne la postazione di partenza. Sono stati raccolti dei dossier da un archivio ombra. Anche se non ho prove certe sono convinta che sia stato Cisco.»
La voce metallica squilla nuovamente nella stanza. «Tenga sotto chiave il ricercatore e lo faccia ritornare a lavoro, ci servono le sua abilità e i suoi ricordi impiantati per completare il Kán’Jù N’gàn Jǎn. Il fallimento non è contemplato. Se la risorsa non risponde, dovrà essere sostituita.» La comunicazione si interrompe alla fine della frase. Agnese rimane qualche istante a fissare oltre il vuoto lasciato dall’ologramma. Adesso che è sola si lascia sfuggire un sospiro e una smorfia contrariata. Quando anche la sua immagine olografica si dematerializza il suo sguardo è basso e affranto, quasi dispiaciuto.