UNALIVE (Homo Sibi Lupus) Onnigrafo Magazine

UNALIVE (Homo Sibi Lupus)

Illustrazione di Zdzisław Beksiński

Premessa

Filosofia e poesia, due dei miei grandi interessi. Nel dare sfogo a quel flusso di pensieri che poi finisce irrimediabilmente su carta, spesso la mia mente s'imbatte in massime di famosi pensatori o versi di mirabili poeti; Unalive non fa eccezione, reinterpretando parzialmente il grande insegnamento di Thomas Hobbes, "Homo homini lupus", che fonda le sue radici indietro sino a Plauto e citando la "Rhyme of the Ancient Mariner" del grande S.T. Coleridge nel finale.


Sospeso, in un vuoto silente, negli interstizi di un tempo malato.

Braccato, con reiterazione costante, da ogni angolo o spigolo della cella prescelta.

In apprensione e paranoico nei confronti della maledetta e purulenta aria che respiro.


Il flusso, in genere vitale, è diventato in me e ai miei occhi decadimento della materia.

Lo specchio distorce l'uguale a te nel folle, il diverso da te nel nemico.

Da qualche parte di quella vasta tundra dentro me, qualche parte di quella nefasta ombra vuole uscire fuori.

Da diverse parti di quell'infausta rabbia che scorre a fior di pelle, una piccola parte di speranzosa semplicisticità grida impaurita.

Tutto ciò che è nel mezzo s'aggira funesto e famelico di conflitto, consumando avidamente brandelli d'anima propria se non ha modo d'aggredirne altre.

Homo sibi lupus, nisi homini. L'uomo è lupo a se stesso, se non lo è per un altro uomo.

Le circostanze al contorno generano ansia latente, l'ansia latente genera insonnia, l'insonnia genera coscienza. Un ciclo interminabile come contare i secondi, battente come pioggia torrenziale e mal sopportato come un infetto (o era forse insetto?) invadente...


Sdraiato ora sveglio di soprassalto un crampo l'ennesimo incubo svanito nel buio della stanza un ultimo ghigno quei denti lacerano il tessuto informe della mia realtà attuale sembra lino non lavato con tutti i crismi il dogmatismo non ci salverà da questa guerra e tutti sembrano ignorarlo come il sistema eliocentrico dammi Sole illazioni e non perverrò mai a una parvenza di verità che se è parvenza già non lo è la relatività andava bene per Einstein ma ci ha preso la mano e la stringe non ci lascia andare, lasciami andare lasciami andare

SMETTILAAAAAA!!!!!!

Non voglio più pensare solo nero Sole nero? No non pensare solo nero ma stai pensando solo nero se cerchi di non pensare pensando al nero uniforme riempi i contorni di intimità informe una rima sfuggita per caso ma forse per caos come un sogno di cui perdi il controllo il prossimo incubo chissà?



Questo esercizio costante di macerazione associativa tritura le mie meningi da troppe notti, relegandomi ad uno stagnante ricircolo senza il mio adorato ed adeguato Weltraum sognante.

Modificare come plasma, ricominciare come un film, vedere oltre come uno sciamano, continuare di notte in notte, ripercorrere con scelte differenti come un diagramma di flusso, sensorializzare precisamente colori e odori come un canide caleidoscopico.

Sognatore. Dreamer.

Fuggire, urlare, paventare, ossessionare, sbagliare, immaginare.

Incub-atore. Nightmarer?

Le proposizioni dal valore più negativo sono sempre le più semplici da descrivere, sebbene il loro oggetto sia spesso molto più difficile da determinare.

Eppure, il vago transitorio di sconforto che lasciano riflette e rimbalza su quella condanna a imbuto che tutti rimuginiamo indefessi. Di fronte all'Universo siamo meno che formiche volanti: la consapevolezza non fa che tarparci le ali spensierate dell'incoscienza, senza conferirci potere su altra materia che non noi stessi.


"A sadder and a wiser man,

he rose the morrow morn."