L'infarcito Onnigrafo Magazine

L'infarcito


L'infarcito


Sempre caro mi fu il formaggio molle

e questa crêpe, che da tanta parte

dell'ultima sua piega il lardo essuda.

Ma sedendo e mangiando, interminati

sazi dopo di quella, e sovrumani

scompensi, e profondissima sete

io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor va alla verdura. Ma come d'olio

odo stormir le capesante, io questo

infarcito bel fritto a quella sete

vo comparando: e mi sovvien l'inverno

e le gran libagioni, e la presente

(evviva!), e il buon di lei. Infine, a questa

Immensità s'allarga pancier mia

e il naufragar m'è dolce in quest'amaro.