Un pensiero particolare a tema informatico deve per forza essere dedicato ad una grande persona del campo. Ma chi? Ci sono migliaia di candidati e candidate, che hanno contribuito in maniera massiccia allo sviluppo dell'informatica.
Ma il primo posto va a lei, Margaret Hamilton.
Il team diretto dalla ingegnere Hamilton era responsabile dello sviluppo del software che avrebbe guidato le capsule del programma Apollo nella navigazione e nell'atterraggio sulla Luna, e le sue molteplici varianti usate in altri progetti successivi. Se siamo arrivati, o meglio atterrati sulla luna, è dunque grazie a lei. Quel piccolo passo per un uomo, ma grande passo per l'umanità, è dunque merito anche di una donna.
In foto vediamo quello che era il codice sorgente del programma di allunaggio.
Come riflessione personale aggiungerei che dobbiamo ricordarci, anche grazie a esempi magistrali come quello di Margaret che non esistono settori, campi di studio o lavoro, "da uomini o da donne", esistono capacità, esistono genialità che vanno indirizzate e sfruttate ma nel senso positivo del termine.
La Hamilton ha reso popolare l'espressione "ingegneria del software" (software engineering), precedentemente coniato da Anthony Oettinger. All'epoca l'ingegneria del software non era considerata con la stessa serietà di altre discipline ingegneristiche e non era vista come una scienza. Lei usava l'espressione "ingegneria del software" per distinzione rispetto all'ingegneria dell'hardware, e con il tempo l'ingegneria del software ha acquisito la sua dignità scientifica. Nel suo lavoro al MIT ha preso parte alla definizione dei principi fondamentali della programmazione, lavorando sui primi computer mobili. Il suo contributo va oltre il semplice successo delle missioni lunari, ma insieme a tante colleghe ingegnere rappresenta una figura simbolica nella conquista tutt'ora in corso della parità di genere nelle discipline STEM. (fonte Wikipedia)