Ladislao Birò, ovvero chi doveva esser ricco per la sua invenzione. Onnigrafo Magazine

Ladislao Birò, ovvero chi doveva esser ricco per la sua invenzione.

“Penna rossa, Penna gialla. Penna bianca, Penna nera. Per gli amici solamente Penna a Sfera.”

Cantava proprio questo Antonello Venditti nel 1975.

Già, la penna a sfera o Biro, è probabilmente l'oggetto più utilizzato da un secolo a questa parte, anzi per essere più precisi dal 15 giugno 1938 quando Laszlo Birò e suo fratello Gyorgy, chimico provetto, brevettarono la Biro appunto in Ungheria e Gran Bretagna.

Laszlo Birò nasce a Budapest il 29 settembre del 1899, studiò per diventare medico e si interessò anche agli studi di ipnotismo, una novità in ambito clinico non proprio ben vista dal resto della comunità scientifica del tempo, Tuttavia il genio di Birò si materializzerà qualche anno più tardi e non nell'ambito medico.

La leggenda narra che l'idea della penna a sfera gli sia venuta osservando dei bambini che giocavano in strada con delle biglie che rotolando lasciavano dietro di loro delle strisce di fango. Quindi, pensò Birò: “se inserisco una piccola sfera libera di ruotare al di sotto della cartuccia di inchiostro otterrò un risultato simile”.

Un'idea davvero rivoluzionaria ma purtroppo, fin da subito, le cose si manifestarono più complicate di quello che Birò aveva immaginato, infatti per ottenere il risultato desiderato bisognava innanzitutto ottenere un inchiostro con la giusta viscosità, un inchiostro che asciugasse in fretta e che non lasciasse sbavature, inoltre Birò si accorse immediatamente che per perfezionare la sua invenzione avrebbe avuto bisogno di ingenti finanziamenti e di molto tempo.

Purtroppo per lui l'inizio della seconda guerra mondiale bloccò il suo progetto in maniera quasi definitiva, e per evitare le persecuzioni naziste, lui e la sua famiglia poiché erano di origine ebraica, si trasferirono prima in Spagna e poi in Argentina dove Birò rimase fino alla sua morte, ottenendo anche la cittadinanza.

Fu proprio in Argentina che il 10 giugno 1943, insieme a Juan Jorge Meyne brevettò un secondo prototipo di penna a sfera, migliorato certo, ma ancora troppo costoso e per questo considerato un prodotto di élite.

Ma allora come ha fatto questa invenzione straordinaria a diventare uno degli oggetti più utilizzati al mondo?

Qualche anno dopo, demotivato e deluso dallo scarso successo della sua invenzione Lazlo Birò cedette il suo brevetto per un pugno di denari al barone francese di origine italiana Marcel Bich. Un nome che probabilmente non suscita alcun interesse.  

E se togliessimo una lettera al cognome del barone?

Togliamo l'acca così Bich diventa Bic, sì proprio quel Bic che nel 1950 commercializza la penna a sfera “Bic Cristal” a cinquanta centesimi di franco, prima in Francia e poi nel resto del mondo, diventando da subito un successo senza precedenti.

Il resto è storia. 

Si ma alla fine cosa ne è stato di Birò?

Birò iniziò dapprima a lavorare in una fabbrica di penne a sfera, non della Bic, e ci mancherebbe altro, e infine per il governo argentino nell'ambito dell'Uranio arricchito.

Il 24 ottobre del 1985, dopo aver vissuto una vita modesta, si spense nella sua casa in Argentina nonostante sia stato, insieme al fratello Gyorgy, l'inventore di uno degli oggetti più rivoluzionari di sempre e di altre meraviglie tecnologiche come un prototipo di lavatrice, un vetro speciale resistente al calore, una serratura antiscasso e un cambio meccanico automatico per automobili venduto nel 1932 alla General Motors.  Per questo motivo il 29 settembre in Argentina, sua terra di adozione, si festeggia “la giornata degli inventori” per ricordare il suo compleanno, inoltre nel 2006 gli è stato dedicato un asteroide appena scoperto (327412) Biro.


Ma questa è un'altra storia.