11 settembre
Il nostro lavoro è promuovere la cultura, e nella cultura spesso l'opinione personale di certi fatti preme contro il buon senso di non esprimersi.
La storia insegna però, insegna che l'uomo fa le guerre per ottenere cose, ma spesso ottiene il contrario di ciò che voleva.
11 settembre 2001, ci sono stati morti, guerre in nome della libertà contro chi la libertà non sa cosa sia. Anche per scelta.
E oggi?
Ancora oggi quelle due torri cadute non servono a monito per nessuno: la libertà è una delle cose più delicate da difendere, e la storia appunto ci insegna che troppe volte non ci si riesce.
Anni fa scrissi questa cosa.
Le torri gemelle per chi non è giovanissimo sono un ricordo ben impresso nella memoria. Pensateci un istante; pensate a cosa stavate facendo, a cosa vivevate in quel momento, alla prima cosa che vi viene in mente nel ricordare l'immagine della prima Torre in fiamme e l'arrivo del secondo aereo sulla seconda torre.
Perché anche se non direttamente, è un ricordo che vi appartiene, indelebile.
11 settembre 2001
"Un caffè, grazie."
Lo sbattere leggero del piattino di ceramica sul bancone di marmo.
Il rumore del cucchiaino sul piattino. Suoni leggeri e consueti. Il filtro svuotato con un colpo secco nella macchina del caffè. Vapore, le gocce che scendono.
"Prego."
Poco zucchero per non rovinare l'aroma.
"Buono, lavora tanto questa macchina..."
Il bar deserto del pomeriggio di fine estate.
Da sotto il bancone suona un telefono pesante e obsoleto. Di quelli con i tasti morbidi e i trilli fastidiosi.
"Mi scusi, strano che chiamano mentre sto a lavoro..."
Uno sguardo di consenso.
"Pronto? Sono al bar, che c'è?"
"Lo so scusa, ma è successa una cosa assurda... un aereo, pazzesco, sto vedendo ora in tv... un aereo si è schiantato su una delle torri gemelle..."
"Le torri gemelle? E che sono?"
"Grattacieli. A New York."
"Un aereo caduto in piena città?"
"Oh merda no... no..."
"No cosa? Oh che succede?"
"Un altro! Un altro aereo! Sull'altra torre!"
Non c'era modo di capire subito quanto stesse accadendo. Non c'era il contatto immediato col mondo come oggi.
C'era un bar e un telefono obsoleto.
Alla fine del turno di lavoro non si aveva avuto abbastanza fantasia da immaginare cosa fosse successo. La grandezza di quello che era un disastro senza precedenti.
Il resto è Ground Zero.