10 settembre
La notte del 10 settembre 1898 l’anarchico Luigi Lucheni uccide sulla riva del lago di Ginevra la principessa Sissi, colpendola al petto con una lima.
Lucheni è un povero manovale, nessuna gloria per lui o per il suo gesto. Il suo ardire non ha mai incontrato la fortuna che ha da sempre accompagnato le azioni di altri anarchici. In più, colpisce una donna, e in particolare una icona (falsa, come tutte le icone) della belle époque, la moglie di Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria.
Quest’azione tuttavia ha molto da insegnare nella sua esemplarità. Il comportamento di Lucheni, a volte perfino puerile nell’entusiastica accettazione del proprio destino, è unico. Non si lascia abbattere, contrattacca sempre, rivendica, non intende nemmeno fuggire per meglio assicurare la leggibilità rivoluzionaria del suo gesto, non fa nomi e si porta il suo segreto nella tomba.
Molto si potrebbe dire sulla “povera” Sissi, fantasma edulcorato fino allo stremo fino ai giorni nostri dentro pellicole stucchevoli, ma sarebbe un’analisi inutile. Quello che conta è che era una imperatrice, la moglie, consolatrice remota e arcigna – se si vuole perfino peggiore – dell’imperatore austriaco.
Lucheni, nel corso dei tanti interrogatori, espone bene i motivi del suo gesto. Un manovale anarchico e disperato si batte da solo contro un monumento storico vivente. Lo scontro è tra una grande figura e un uomo inutile.
Alla fine la vita però la perdono entrambi.