Steampunk, tra vapore e ingranaggi Onnigrafo Magazine

Steampunk, tra vapore e ingranaggi

Come sarebbe andata la storia se la rivoluzione tecnologica e informatica fosse avvenuta nel 1850? Cosa accadrebbe se mettessimo insieme un pizzico di epoca vittoriana e un'oncia di sci-fi, avendo come condimento vapore, rame, occhiali sui cappelli e computer a valvole? Otterremmo lo Steampunk! 

Ma, prima di provare a sviscerare tutte queste cose, occorre tornare alle origini di questo unico e incredibile genere letterario.



Foto di Frank Pfeiffer da Pixabay


Lo steampunk esplode negli anni ‘80, mentre nelle librerie e nei cinema imperversava il cyberpunk: possiamo sforzarci di trovare punti in comune tra i due generi, ma si tratta davvero di poca cosa. 

Per quanto entrambi punk-genre, il cyberpunk nasce guardando al futuro con una certa “angoscia esistenziale”, mentre lo steampunk nasce immaginando un passato più radioso, “colorato” da invenzioni geniali. 


Ma qual è il terreno fertile per questo “punk-al-vapore”? 

Torniamo un secondo nel XIX secolo per assistere alla nascita (o rinascita) di un filone narrativo chiamato “romanzo scientifico”, grazie alle menti brillanti di Jules Verne, Wells, Mary Shelley e altri grandi autori. 

Lo steampunk affonda a piene mani in questo filone narrativo, ne diventa per certi versi successore e ne eredita alcuni argomenti chiave: da citare assolutamente anacronia e ucronia. 


Si parla di anacronia quando sussiste un’incoerenza cronologica ovvero quando qualcosa o qualcuno si trova in un tempo in cui non dovrebbe essere, se confrontato con la nostra linea temporale.



Anacronia


D’altra parte, se la storia del mondo, per una serie di motivi, si sviluppa in maniera alternativa al percorso storico che conosciamo, si parla di ucronia. Come sarebbe andata la storia se…?



Ucronia


Già dalle sole definizioni possiamo notare una commistione di concetti: distinguere la componente anacronistica e quella ucronica può essere estremamente difficile. Spesso si parlerà di ucronia ma per chiarezza si è data anche la definizione di anacronia.


Eccovi due esempi: per quanto i sottomarini fossero cosa nota, nell'anno 1866 rappresentato nel libro 20,000 Leghe sotto i mari (scritto nel 1872) esiste il Nautilus, opera ingegneristica che sarebbe difficile da realizzare anche ai giorni nostri per una serie di problematiche. Analogamente, per mettere il primo piede sulla luna, noi abbiamo dovuto aspettare il 1969, mentre Wells nei primi del Novecento già aveva risolto la faccenda in The First Men in the Moon (1901).



Foto di Vera Chernyshova da Pixabay


Parlando di pietre miliari del genere troviamo sicuramente Titus Alone (1959) di M. Peake e The Warlord of the Air (1971) di M. Moorcock che, nonostante i dodici anni di distanza, si contendono il titolo di primo romanzo del genere, mentre per quanto riguarda l’origine del termine la storia è più affascinante. 

Tra il 1979 e il 1987 uscirono una serie di romanzi scritti da Powers, Blaylock e Jeter ambientati nel XIX secolo, perlopiù epoca vittoriana, che ricordano l’atmosfera descritta in The Time Machine (1895) di H.G. Wells, ovvero quella di un tipico romanzo scientifico, filone di cui abbiamo parlato sopra. 

Serviva un termine cappello per racchiudere questi romanzi e il termine arrivò sulla rivista Locus, nel numero di Aprile del 1987, attraverso una lettera di K. W. Jeter, della quale riporto la parte cruciale.


Personally, I think Victorian fantasies are going to be the next big thing, as long as we can come up with a fitting collective term for Powers, Blaylock and myself. Something based on the appropriate technology of the era; like "steam-punks," perhaps....


In questo trafiletto, Jeter riflette sul fatto che le ambientazioni create da lui, Powers e Blaylock possono diventare effettivamente famose se e solo se le si riesce a mettere sotto un termine adatto a rappresentare il genere, qualcosa tipo “steam-punks”. La similarità col cyberpunk è voluta: infatti se il cyberpunk è futurismo, lo steampunk è retro-futurismo alternativo. Seguirà poi The Difference Machine (1990) che arriverà quasi a sdoganare il genere anche per la letteratura mainstream.



Macchina da scrivere steampunk (Source)


Iniziamo a parlare un po’ dei temi: anche questa volta, non si tratta di una lista di requisiti da soddisfare, piuttosto è un elenco di temi che ricorrono da un racconto all’altro. 

L’aspetto punk sta nel riscrivere la storia, nel non premiare colonialismo e sfruttamento ma nel sottolineare la potenza e la meraviglia della scienza e della tecnica, quasi sempre aspetti centrali sui quali si regge la narrativa. 

Troviamo spesso ucronie a partire dall’epoca vittoriana: la forza del vapore, unita ad alcune brillanti menti, permette di sviluppare calcolatori e avviare una rivoluzione informatica con circa 100 anni d’anticipo, senza sconfinare nella distopia. Se nel cyberpunk viene esaltata l’elettronica, nello steampunk viene esaltata la meccanica e la fisica: oltre al vapore, convogliato su valvole e pistoni, viene usata anche l’energia magnetica. 

Definita la radice comune possiamo trovare una serie di ramificazioni ulteriori: Clockpunk, Steamfantasy, Western Steampunk.


Abbiamo lasciato lo steampunk ai roboanti anni ‘80 e ‘90, limitato al solo genere letterario, ma con i primi del 2000 si passa effettivamente ad un livello successivo: diventa sottocultura, dove il sotto non ha accezione di giudizio negativa ma indica solo che è una cultura di nicchia. Persone iniziano a vestirsi steampunk, iniziano ad esserci convention a tema (SalonCino, 2006), persino locali (Malediction Society, Los Angeles, 2005). Se avete mai partecipato ad una fiera del fumetto, quasi sicuramente avrete visto gente vestita in modo piuttosto bizzarro ma in linea tra loro. Ingranaggi, ottone, orologi, valvole, fanno tutte parte di un particolare abbigliamento che unisce l'eleganza del periodo vittoriano, i gusti a volte tendenti al gotico, con grovigli di parti di oggetti metallici, spiegarlo non è poi così semplice.

Questo perché lo steampunk è anche e soprattutto estetica, nel senso di abbigliamento e, come dicevamo prima, è solo una delle tante espressioni della subculture steampunk. 

Lo steampunk è anche pellicola e animazione, basti pensare a Nausicaä of the Valley of the Wind (1982), Laputa: Castle in the Sky (1986), Porco Rosso (1992), Wild Wild West (1999), Atlantis: The Lost Empire (2001), Fullmetal Alchemist (2001-2003), Treasure Planet (2002), The League of Extraordinary Gentlemen (2003), Van Helsing (2004), Steamboy (2004), Howl's Moving Castle (2004), Sherlock Holmes (2009-2011), Mortal Engines (2018) e tanti altri. 

Steampunk è anche videogioco, basti pensare alle saghe di Bioshock (2007-10-13) e Dishonored (2012-16-17) o agli indie tipo They Are Billions (2017) e FrostPunk (2018) che presentano molti elementi di questo unico e incredibile genere.

Un modo per descrivere l’atmosfera steampunk è riassunto nello slogan “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima” (www.urbandictionary.com, 2004).