Terry Brooks, la crescita di un autore Onnigrafo Magazine

Terry Brooks, la crescita di un autore


Terry Brooks, scrittore statunitense, viene considerato dai più come l'erede diretto di Tolkien. Man mano che si avvicina il suo ottantesimo compleanno, non si può fare altro che tirare le somme sull'attività di un autore prolifico che nei quarantaquattro anni della sua carriera letteraria ha sfornato ben trentasei romanzi, oltre le trasposizioni letterarie di film quali Hook - Capitan Uncino e Star Wars episodio I - La minaccia fantasma. Sono ben note le sue saghe di Shannara e di Landover.

Prima di dedicarsi alla scrittura, Terry Brooks ha svolto la professione di avvocato per una decina d'anni. Nel 1977 pubblica il suo primo romanzo: la Spada di Shannara. Il successo arrivò a breve e, nonostante l'autore l'abbia sempre negato durante le interviste, l'attenta analisi dei lettori conferma una sensazione che pervade leggendo il primo romanzo della saga: è una similcopia del Signore degli Anelli.

La trama è la seguente. Un druido potente e misterioso (Allanon - Gandalf) raggiunge due fratelli, Shea e Flick, in un villaggio. La descrizione dei due ricorda parecchio quella di Frodo e Sam, perfino nei rispettivi caratteri. Il mago quindi forma una compagnia al fine di recuperare un famoso manufatto, la Spada di Shannara e allontanarla dalle grinfie di Brona, il Signore degli Inganni, un'entità maligna che tanto ricorda Sauron. Brona si avvale dell'aiuto dei Messaggeri del Teschio, spiriti combattenti paragonabili ai Nazgul.

La compagnia conta anche il guerriero esule Balinor (che come Aragorn diventerà re di un regno sul quale vantava dei diritti), il nano Hendel (Gimli), gli elfi Durin e Dayel (Legolas) e un combattente scanzonato e un po' sregolato dal nome Menion (paragonabile a Boromir). 

Durante il viaggio, la compagnia deve attraversare una palude di nebbia, Shea viene punto da un insetto gigante che lo avvelena, i protagonisti hanno a che fare con uno gnomo imprevedibile chiamato Orl Fane il cui comportamento ricorda quello di Gollum. Il romanzo termina con una guerra tra eserciti, che si risolverà in favore dei protagonisti grazie all'intervento repentino di un esercito alleato.

La Spada di Shannara venderà milioni di copie ma rimarrà per sempre una spina nel fianco dell'autore.

Già con l'uscita de Le pietre magiche di Shannara e La canzone di Shannara si noterà un discostamento rispetto al romanzo d'esordio: l'autore ha preso maggiore confidenza con la penna e si sta ambientando nel proprio universo, un universo che sta imparando a gestire e a plasmare.

Il ciclo de Gli eredi di Shannara, composto da quattro romanzi, ha ricevuto un buon successo di critica e ha visto l'autore staccarsi da terra e prendere il volo. Successo confermato anche dal prequel Il primo re di Shannara.

Ma è con i cicli de Il viaggio della Jerle Shannara e Il druido supremo di Shannara che Terry Brooks raggiunge il suo apice. Forse non di popolarità o di vendite, ma oramai lo scrittore ha consolidato il proprio stile di scrittura, introducendo personaggi che resteranno nel cuore del lettore, come Grianne Ohmsford. Le trame dei volumi puntano sull'originalità e non si dimostrano mai banali o scontate.

Sarà qui che Terry Brooks decide di ribaltare il tavolo e puntare su altro. Mentre già nel Ciclo del Demone aveva deciso di abbandonare momentaneamente le vicende riguardanti gli Ohmsford e la stirpe di Shannara, nel La genesi di Shannara ci mostra un mondo nuovo in un'ambientazione post apocalittica. Il genere fantasy sembra messo in pausa per un po' per concentrarci in un mondo di sopravvissuti dove le risorse sono scarse e la diffidenza fa parte della vita quotidiana dei protagonisti. Il lettore scopre che questo nuovo Terry Brooks non gli dispiace, che oramai è stato preso per mano dal narratore e condotto verso qualunque universo lui gli voglia mostrare.

La crescita letteraria di Terry Brooks è la dimostrazione che le idee e le occasioni arrivano, ma sta a noi perfezionarle con  studio e dedizione. La soddisfazione di un autore in tarda età si nota anche dal sorriso che illumina costantemente il suo volto. 

E Terry Brooks sorride. Molto.