II - VUOTO Onnigrafo Magazine

II - VUOTO

Annaspo, non riesco

a riaffiorare dal profondo,

affondo e non ne esco

per tornare nel mio mondo,

affogo, nei polmoni

acqua salmastra come fuoco

ascendo, negli eoni

l'anima s'incastra là nel Vuoto


Lassù, appesa all'Universo

circondata da impalpabile membrana

fluttuante come cosmica medusa

che fu, in difesa del già perso,

evocata da quell'ineffabil mana

bramante la mistica reclusa


Evasa da cotal astrale cella

mi ritrovò disperso e un poco offeso

in vani alterchi immerso, eppur illeso

e invasa da mestizia non favella;

e vivo sperso ed ho ormai inteso

che basa'l mondo sua ampia mantella

su rasa tabula che l'uomo cancella

di vacuità asperso, in perenne sospeso


Arreso, tra un candido infinito

e un tenebroso indefinito, indifeso

ostaggio d'un grigiore ritrito, il peso

inatteso di un creatore ammutolito,

appeso al cappio dell'eroe appassito

e nel suo Vuoto avvizzito, steso


a penzolare dalla forca, solo

nessun conforto in quello strano volo

un pendolo ch'è un oscillare d'anime

un dondolo con sopra un vecchio esanime

domande a cui nessuno mai risponde

se guardi in alto, in basso o tra le fronde

che tu viva da asceta o da profano

è al Vuoto che ti rivolgi, invano


Considera di vivere la destrutturazione d'ogni certezza in te, fino al Vuoto.

Vivere la destrutturazione d'ogni certezza in te, fino al Vuoto.

Destrutturazione d'ogni certezza in te, fino al Vuoto.

Ogni certezza in te, fino al Vuoto.

In te, fino al Vuoto.

Fino al Vuoto.

Vuoto.