In poco tempo ti ritrovi con braccia e cosce legate al tavolino, non riesci a fare neanche il più piccolo movimento.
Sei curiosa, non riesci a capire come ti trovi; fronte porta, tv, divano, ma in fin dei conti non ti interessa più di tanto.
Sai solo di esser nuda.
Sai solo di essere a sua disposizione.
Sai solo di non voler sapere cosa farà.
Sai solo di aspettare eccitata le sue azioni.
Sai solo di voler quelle emozioni, sensazioni, che solo con lui riesci ad avere, perché solo con lui riesci a toglierti i panni di mamma e diventare la sua signorina; insieme avete creato questo gioco, e solo insieme a lui puoi portarlo avanti.
Dal canto suo, non aveva mai immaginato di poter arrivare a questo, ma l’idea di poterlo fare con altre non gli è mai passato per la testa.
Ti ama, e il suo amore esce fuori anche in quei panni; mai un gesto violento, ed ogni comando è dolce.
Ti prende con forza si, e quello ti piace; ti gira, ti sbatte, ti usa a suo piacimento, perché sa che è anche il tuo.
Nessuna donna gli aveva mai fatto provare ciò che prova per te e con te, e la tua iniziale tatuata sul suo costato ne è prova. Messa li, tra le sue stelle, li da dove Dio tolse la costola ad Adamo per creare Eva.
Quello sei per lui, la sua Eva.
Messa li in ginocchio sul tappeto, a quattro zampe, bloccata al tavolino, aspetti, aspetti e aspetti ancora.
Senti il fruscio di un tessuto; si sta togliendo i pantaloni.
Senti dell’olio caldo colarti sulla schiena, le sue mani possenti che seguono la tua muscolatura,
Le senti scendere fino al sedere, calde, unte. Ancora un filo oleoso cola sul tuo fondo schiena, le mani lo spalmano, si fanno spazio nella dolce vallata.
Dolcemente accarezzano il forellino, lo preparano. Intanto struscia il suo sesso sul tuo, ogni tanto entra; fa tornare l’erezione al massimo.
Poi senti la sua pressione li, dietro, lo senti entrare.
Fissata al tavolino, non puoi sottrarti a nulla. Entra, esce, entra, esce, le pause sembrano eterne, ma guidate da un metronomo, questa regolarità non ti procura molto piacere, lui lo sa, è come se volesse punirti.
Poi come se leggesse i tuoi pensieri, cambia. Sposta l’obiettivo della sua penetrazione. Due nel tuo sesso, due dietro, poi tre e tre, poi all’improvviso, cambia il ritmo, la frequenza.
Non capisci più nulla.
Non sai più quando sarà una o l’altro, il piacere inizia a crescere, gli umori cominciano a colare a terra.
Una mano sollecita costantemente il clitoride.
Il pene si sposta costantemente, prestando maggiori attenzioni al foro posteriore.
Inizi a gemere.
Qualcosa ti impedisce di emetter suoni.
Sei bendata, imbavagliata, legata, non resisti più.
Godi.
Spruzzi.
Vieni in maniera scomposta, non sai da dove partano e dove finiscano tutte quelle vibrazioni, tutte quelle scosse.
Il tavolino si muove come fosse sotto l’effetto di un terremoto.
Il terremoto sei te.
Scosse partono dalla testa fino ad arrivare ai piedi, contrai ormai la tua vagina, in maniera spropositata.
Lui dentro di te, percepisce ogni cosa.
Ti vede vibrare; il tuo corpo in quelle condizioni non fa che crescere, per quanto possibile, la sua eccitazione.
Ti vede contorcerti.
Ti sente pulsare.
Non resiste più.....ti scarica dietro tutto il suo amore.
Piano piano, senti le sue spinte rallentare....diminuire.
Mentre rallenta, ti scioglie le gambe, poi le mani.
Istintivamente liberi la bocca, poi togli la benda dagli occhi, rotoli sul tappeto portandoti lui appresso.
Vi cercate con le labbra.
Non si sa chi sia il primo.
Mentre le braccia si stringono, le labbra si sfiorano; vi guardate, chiudete entrambi gli occhi per ritrovarvi nello stesso sogno.
La mattina la sveglia suona, ti ritrovi sola nel tuo letto. Tra le gambe sembra tu abbia un lago.
Non capisci.
Ti batte il cuore.
Prendi il telefono e mandi quel messaggio.
“padrone ho bisogno di lei”,
questa volta non vuoi resti un sogno.
La mattina la sveglia suona, si ritrova solo, nel suo letto. Portasse il pigiama, noterebbe qualche macchia particolare, ma l’assenza di intimo e qualsiasi sorta di pantalone, ha fatto sì che il lenzuolo abbia raccolto tutto, e sente le lenzuola leggermente unte.
Non capisce.
Gli batte il cuore.
Prende il telefono.
Sullo schermo il tuo messaggio...
Lo apre...
“Sono qui per lei....”...
ma non preme invio.