C'era una volta un muro.
Grande, grigio, imponente, voluto dai potenti della cittadella.
Ma c’era una volta anche Zampillo d’Acqua; Zampillo era una cosa sola, sempre la stessa ma mai uguale, era semplicemente vita. Questo dava fastidio ai signorotti ricchi e autoproclamatisi reggenti della città; erano come tanti re, e avrebbero dovuto collaborare, decidere insieme, ma in realtà molto spesso non andavano d’accordo nemmeno tra loro, perché volevano primeggiare uno sull’altro; così, ognuno dichiarava le sue decisioni, i suoi voleri, e vigeva una grande anarchia. Quello che dava più fastidio a questi prepotenti e sedicenti governatori, era il fatto che il muro fosse così popolato da quando era spuntato fuori quel ribelle, quel come si chiamava Zampillo. Eppure il cartello affisso sul muro era chiaro: vietato sostare sul muro, vietato oltrepassarlo, vietato cercare di scavalcarlo; era il muro che divideva povertà da ricchezza, padroni da schiavi, persino vizi da virtù; era il muro che difendeva la prepotenza e la differenza. Poi un giorno era arrivato lui, Zampillo, e aveva creato un forellino sul muro riuscendoci a passare attraverso; questo aveva attirato una moltitudine di curiosi e seguaci da ogni dove e di ogni tipo; perché lui semplicemente era; perché tutti volevano essere. E così gli otto reggenti della città, cercarono di decidere il da farsi e per una volta appianarono, a fatica e solo temporaneamente, le loro divergenze, capendo che l’unico modo per fermarlo fosse bloccarlo, fermare il suo flusso vitale; coprirono così il suo forellino. Ma lui, a fatica, dopo tre giorni riuscì ad aprirne un altro. E i prepotenti di nuovo lo coprirono e dopo altri tre giorni spuntò un nuovo forellino su quel muro e così via, finché il muro non fu pieno di forellini; e di esseri viventi in cerca della via. Un brutto giorno gli otto reggenti presero una decisione più drastica e chiamarono i più grandi inventori da tutto il mondo. Zampillo fu fermato una triste mattina da un grosso aspiratore d’acqua. La folla degli aspiranti flussi fu presa dal panico e molti di essi, non tutti, per paura d’essere vittime di qualche altra drastica decisione dei prepotenti, lasciarono il muro. Dopo tre giorni l’aspiratore fu trovato aperto, e vuoto; la vita continuava a essere, soltanto fluiva altrove, in altri modi; l’esempio fu dato, la strada insegnata, e da quel giorno, molti seguirono la via dei forellini nei muri dell’indifferenza, della prepotenza, della paura e dell’ego. E i forellini furono così tanti nella cittadella che il muro, ormai ridotto a brandelli, crollò. Niente più blocchi al flusso della vita, dell’essere. Da quel giorno gli otto reggenti rassegnarono, costretti, le proprie dimissioni, tanto nessuno più seguiva loro. E quel dì fu ricordato come il giorno della Rinascita.
Oggi è la ricorrenza di quel giorno, quindi auguriamoci di essere zampillo di vita per tutti i giorni a venire; ogni giorno scegliamo di aprire un varco tra i muri grigi che ci isolano dall’essere.
Buona, Sentita e Vissuta Pasqua a tutti noi!