Jillian si accorse che in tutti i luoghi in cui era stata fino a quel momento, c’era qualcosa di comune; come se tutti i piatti che avesse assaggiato avessero lo stesso sapore, e tutti i panorami la stessa visuale. Era in viaggio ormai da diversi mesi alla ricerca di sé stessa, e le sembrava, in realtà, di girare a vuoto; certo, aveva conosciuto persone e luoghi meravigliosi, ognuno dei quali con le sue particolarità, le sue differenze… ma qualcosa li accomunava. Così, Jillian, comprese che era giunta l'ora di rientrare alla base; forse non era ancora il suo momento. Passò la sua ultima notte da nomade in una locanda accogliente sperduta tra le verdi colline che circondano Vienna. Non riusciva a prendere sonno, prigioniera del pensiero di non essere riuscita nella sua missione di viaggio, ma dopo parecchio riuscì a farsi accogliere tra le braccia di Morfeo. Il sogno che fece le cambiò il pensiero e la vita stessa: Jillian si ritrovava a fluttuare nell'infinito spazio blu trapunto di stelle, intenta ad ammirare la bellezza del globo terrestre. Era a una distanza tale da poter scorgere ogni nazione, ogni regione e ogni città, e le vedeva tutte con i loro confini, quasi fossero tracciati da un tratto pen sulla cartina dello spazio infinito. La cosa che più la colpì, fu il vedere ogni angolo della terra trafitto dall'asta di una bandiera, uguale in ogni dove; su questa bandiera, soltanto una breve scritta in rosso: “MIND". Jillian continuava a osservare ciò che le si dipanava davanti agli occhi impietrita ed esterrefatta.
“Significa una cosa sola”, tuonò una voce improvvisa alle sue spalle; proveniva da un gigantesco drago cinerino apparso come dal nulla proprio in quell’istante. Jillian non sembrava spaventata da quella presenza enorme, piuttosto era incuriosita dalle sue parole, dal significato che stavano per svelarle; il drago non la fece attendere molto e disse: “Significa che ovunque domina la mente. Sì, la mente ha conquistato il mondo! E sai come ha fatto? Semplice: ha conquistato l'essere umano; OGNI essere umano”.
“È terribile! È vero! E terribilmente vero!” disse la ragazza con amarezza
“Il più grande conquistatore al mondo è in realtà il più grande conquistato"; detto questo, il drago proruppe in una risata che echeggiò per tutto lo spazio infinito. Quindi continuò: “Vedi cara Jillian…”
“Come sai il mio nome?” lo interruppe la giovane
“Oh, non è affatto importante”
“E il tuo, di nome, è importante? Posso saperlo?”
“Oh, non è affatto importante. Ascoltami: ovunque viene fieramente portata la bandiera della mente, mostrata e agitata dagli uomini sbandieratori; ovunque tranne…” detto questo, il grosso drago indicò con lo sguardo un punto lontano, quindi Jillian seguì il suo guardare e vide quel ‘tranne’: si trattava di un piccolissimo lembo di terra a forma di stella che si intravedeva a fatica nel bel mezzo dell'oceano. Jillian lo fissò per una lunghissima porzione di tempo, incerta se ci fosse per davvero o se fossero i suoi occhi a giocarle un brutto scherzo. Un posto privo di quella dannata bandiera, finalmente! Sarebbe stato così bello raggiungerlo! Nemmeno aveva finito di formulare questo pensiero, che si sentì sospinta da un vento fortissimo.
“Ti ci porto io, all’Isola che non c’è”.
Jillian si voltò e vide che il drago soffiava con tutte le sue forze dalle sue grosse narici, creando una corrente d'aria di tale intensità da farla navigare nello spazio in direzione di quel lembo di terra, quasi fosse la vela di una piccola imbarcazione in mezzo al mare. Più si avvicinavano all'isola, più accadeva una cosa incredibilmente meravigliosa: quelli che ne sembravano i confini andavano scomparendo, e si creavano continui rivoli di terra che, come radici, si allungavano nell’acqua e raggiungevano le terre circostanti, unendosi ad esse. Il drago, vedendo lo sguardo confuso della ragazza, spiegò:
“L'Isola che non c’è non ha confini, non può averne; lì non è la mente a dominare”.
“E chi, allora?”
“Lo scoprirai presto, appena vi sarai giunta, e manca davvero poco. La mente, pone i suoi limiti, i suoi confini; confini di spazio, di espressione, di interpretazione, di azione, di esistenza. Tolta la mente, queste linee non ci sono più. Niente più linee, né strade stabilite, né sensi unici, né labirinti”.
Quel drago era davvero saggio. Che fortuna averlo incontrato!
“Cosa faremo una volta giunti sull’isola?”
“Una volta giunta sull’isola, vorrai dire…io ti sto solo aiutando a raggiungerla"
“Cosa troverò laggiù?”
“Quello che stavi cercando"
“Ma io stavo cercando me stessa”
“Esatto Jillian"
“Vuoi dire che me stessa si trova in un’isola che non c’è, che tra l’altro sto sognando?”
“Sai di sognare, quindi sei più lucida di molte volte in cui sei sveglia. E l’isola che non c’è, c'è; non in un posto”
“Ma se non è in nessun posto, allora dov’è?”
“Ovunque. Ovunque tu ci sia. E tu sei nel tuo ovunque”
“Il mio ovunque?!”
“Un cerchio con centro ovunque e senza circonferenza. Il tuo essere”
Proprio in quel momento il drago soffiò ancora più forte e Jillian iniziò a precipitare velocemente verso quell’isola ormai vicinissima. Anziché guardare verso terra, lei guardava il drago, consapevole che quello fosse il momento dell'addio
“Dimmi almeno il tuo nome", urlò Jillian ormai a pochi metri da terra
“Esattamente il tuo"
-Jillian. Sono io. Lui è me- pensava.
E comprese:
il drago è il custode; il drago è la prova da superare per raggiungere il proprio tesoro; il drago è la nostra parte magica, quella più nascosta. Se ascolti il drago e non lo temi, trovi quello che vai cercando.
E Jillian raggiunse l’isola che non c’è, l'isola del tesoro, l'isola dell’oltre la mente, l’isola dell’essere.
Chiuse gli occhi, e li riaprì sul soffitto di quella piccola locanda accogliente tra le colline viennesi. Ora sapeva come trovare il suo spazio senza limiti, il suo ovunque: oltre la mente, dove il proprio sé può uscire liberamente e sconfinare; dove non ci sono dominatori; dove non esistono bandiere, né sbandieratori.
Buona ricerca, in nessun luogo ma ovunque.
Basta allargare la vista per trovarla, l'Isola che non c’è.