L'officina di Massimo era piena di attrezzi di ogni genere lasciati un po’ dappertutto, ma, a parte questo, Massimo era molto apprezzato per i suoi servizi. Chiunque avesse avuto un problema con la sua auto si recava da lui e Massimo era in grado di riconoscere immediatamente il guasto.
A volte gli bastava il suono del motore per fare la diagnosi.
Il suo grande problema era però dato dal suo disordine: non metteva mai gli attrezzi di lavoro al posto giusto e per questo non li trovava quando ne aveva bisogno. Se gli serviva una chiave francese, ci impiegava tanto tempo per trovarla, cosi perdeva un sacco di tempo per aggiustare le macchine.
Ogni tanto inciampava su qualche chiave lasciata per terra e diceva: “questa è una chiave tubolare da quindici…per ora non mi serve.”Se il giorno dopo gli serviva preferiva comprarne una nuova piuttosto che mettersi a cercarla nel grande mucchio di attrezzi lasciati per terra.
Per fortuna aveva delle grandi scarpe antinfortunistiche, troppo grandi per lui, ma che fortunatamente lo proteggevano ogni qualvolta inciampava in qualche ferro.
Un giorno inciampò così forte su una chiave francese che cadde con il naso nella ciotola di Rudy, il suo grosso cane Saint Bernard.
“Non preoccuparti gigante, non voglio rubare il tuo cibo; la colpa è di queste scarpe se inciampo dappertutto!”
Ma secondo voi quale era il problema di Massimo? Le sue scarpe lunghe, o tutti gli attrezzi per terra lasciati in disordine?
La risposta è semplice, vero?
Un bel giorno però la sua vita cambio inaspettatamente.
Una signora entrò nella sua officina chiedendo aiuto perchè il motore della sua macchina si era spento improvvisamente mentre stava tornando a casa con suo figlio Giulio.
“Non si preoccupi signora, ci penso io, facciamo scaricare l’auto dal carroattrezzi e gli do subito una occhiata” le disse Massimo.
Giulio guardava incuriosito e Massimo gli chiese se gli sarebbe piaciuto fare il meccanico da grande.
“Si signore, molto!” rispose il ragazzo.
“Io avrei bisogno di un ragazzo che mi aiuti nella mia officina.”
Giulio era entusiasta della proposta e chiese il permesso alla mamma di poter lavorare nell’officina, anche se sapeva che avrebbe dovuto fare dei sacrifici.
Ma non gli importava se doveva alzarsi presto la mattina perché avrebbe potuto realizzare il suo sogno.
Giulio era un ragazzo molto ordinato, preciso e pulito, gli piaceva leggere e aveva nella sua biblioteca tantissimi libri delle auto. Nel suo primo giorno di lavoro, Giulio riuscì a mettere in ordine la gran parte degli attrezzi che si trovavano per terra, tutti nel posto giusto; dalla chiave più piccola a quella più grande, i cacciavite nell’apposito carrello, le brugole nella loro cassetta… Quando Massimo vide tutto questo disse: “A quanto pare sono io che devo imparare da te, sei molto bravo e per questo ti insegnerò tutti i miei trucchetti di meccanico.”
Giulio era davvero felice e Massimo Inciampatutto non inciampò più e pensò: “Anche gli adulti possono imparare tante cose dai più piccini!”