Quanto è strano l’amore di una mamma? Perché se chiunque dicesse una cosa simile la reazione dovrebbe essere quella di rispondere male, di girare le spalle, di allontanarsi. E invece no.
Nel momento in cui lo ha detto arrabbiata, anzi furiosa, aveva quel tremolio al mento che precede il pianto, e non sono riuscita a carpire cattiveria nella sua voce, nel suo sguardo, piuttosto una sofferenza. Perché nel momento in cui lei grida avverto l’eco di tempeste lontane, di tutte le tempeste che hanno travolto me in questi anni; nonostante io abbia fatto di tutto per regalarle un sole sereno sulla testa ogni giorno, spesso non ci sono riuscita, e anzi quando la tempesta stava per travolgermi mi afferravo più stretta a lei, come ad avere maggiore peso per poter restare attaccata a terra ed evitare di essere trascinata via dall’ennesimo uragano. Le mie tempeste sono state le sue tempeste, e il sole non splende sempre, ci sono notti e giorni, ci sono periodi sereni e altri bui e piovosi. Ma io resto lì, proprio come lì è rimasta anche lei.
Non sono stata perfetta come madre fino ad oggi, e nonostante l’esperienza fatta non lo sarò mai, nemmeno da vecchia, anzi forse da vecchia peggiorerò. Non sono stata una madre perfetta perché non sono stata una figlia perfetta e perché non ho avuto una madre perfetta: perché abbiamo tutti dei difetti e perché il concetto di base è molto semplice: la perfezione non esiste affatto, da nessuna parte e soprattutto sotto nessun punto di vista. Semplicemente da madre si cerca di indicare la strada migliore, anche se spesso si usano mezzi autoritari perché il ragionamento gentile pare non dare effetti, proprio come il mare che si ingrossa perché lo scoglio non vuole spostarsi.
Ed ora eccoci qua, a scannarci per il disordine, per la puntualità, per la precisione nello studio, ma poi ad abbracciarci cercandosi, perché lei sa che io ci sono. Perché a volte lei è grande e altre Io ancora bambina, perché guarda con aria strana questa madre un po' bizzarra, con interessi tanto vicini ai suoi, e la musica si ascolta a volume alto, se si canta lo si fa a pieni polmoni, se si litiga allora si possono dire anche parolacce, perché alla fine fanno ridere, riequilibrano quello strano equilibrio che abbiamo creato solo noi due.
Io ho scelto di essere madre, di esserlo in modo continuo, di essere presente, attenta e spesso anche scomoda, usando le stesse parole che usa mia madre riferendosi a noi due. Ho scelto però di non dimenticare che sono anche donna, di non voler soffocare i miei pensieri perché ormai troppo adulta o non conformi a quello che tanti ritengono esatto. Perché alla fine è una ruota che gira, e quando diventi genitore capisci più cose, capisci soprattutto che niente potrà mai annullare quell’amore che ci lega, quello stretto meraviglioso legame che esiste tra una madre e sua figlia, che neanche un “ti odio mamma” potrebbe scalfire.
Perché io sono sua madre, e lei è mia figlia, e non potrei avere una fortuna più grande.