La Leggenda della Landa degli gnomi. Onnigrafo Magazine

La Leggenda della Landa degli gnomi.

C’era una volta la Landa. Un posto meraviglioso dove vivevano tutte le leggende che conoscete, antiche o meno. Tra queste leggende ci sono gli gnomi o, come si facevan chiamare loro, gnomotti. E non erano bassi ma di media altezza e avevano colori scuri come quelli della foresta per capelli e occhi mentre gli elfi erano biondi e alti e solo raramente rossi e mori, solo che si facevano chiamare gnomotti, appunto. 

Il loro padre fondatore era il Goss e il nome di quello in carica era Garik o Don Garik, come amava farsi chiamare lui per via del fatto che insomma, era bello quel soprannome di cui nessuno sapeva piu’ il significato ma era legato alla religione, cosa che conoscevano bene solo gli elfi e nessuno si domandava cosa voleva dire, almeno nella Landa. Roba troppo difficile la religione.

Un giorno, durante il mese precedente la primavera, il Goss che era uno gnomo un po’ grassetto e con una gran barba grigia vide sette o nove patate nell’orto dopo aver afferrato due belle carote. La giornata non era molto pesante ma solo lenta, come molte volte accadeva di quei tempi. Il Goss gnomotto prese anche le patate, se le mise nella sacca e, contento di sé, intendeva dirigersi a casa per farsi una bella insalata. Per il sentiero incontrò la Serpe strisciante, che lo salutò dicendo:"Bacio i piedi a Vossignoria!"

E lui disse: "Chi è Vossignoria? Io sono Don Garik e nessuno, ripeto, nessuno mi deve chiamare vossignoria, hai capito gnomotto? Basta con queste usanze della Sorellanza!" 

Ed allora la Serpe, mentre si accomiatava, disse: "Innaffio la terra dove passate!" 

Quel giorno tutti gli gnomi che incontrò salutarono il buono gnomo con Vossignoria e quando tornò a casa, mentre si preparava un’insalata, Don Garik disse al suo pappagallo: "Mii, che giornata, Aluza!" Sospirò. "Oggi tutti i miei gnomi si sono presi gioco di me, hai capito, Aluza?" 

Ed il pappagallo rispose: "Come state? Sono Aluza. Come state, Goss? Come state?"

 E il buon gnomo ebbe un’illuminazione su come punire i suoi gnomi, (sarebbe bastato trovare il momento giusto) disse: “Eh sì, caro Aluza. Adesso sto bene.” Pronunciando con più enfasi la parola Adesso. E mise al pappagallo una foglia intera di lattuga perfino. Poi l’insalata di patate e carote sparì in un nano secondo dal suo piatto.


1 Gli gnomi e la Guerra. 

Dobbiamo prima parlarvi un poco di questi gnomi e spiegarvi l’eccezionalità di questo popolo che non esiste più. 

Ogni mattina, secondo tradizione, gli gnomi insultavano in qualche modo il loro capo, storpiando le frasi della tradizione. “Baciamo le mani” diventava “baciamo i piedi”, Gli animali del bosco dove c'era la Landa (così si chiamava il villaggio degli gnomi) erano sempre stati loro alleati e dicevano sempre al Goss “Innaffio la Terra” che diventava “innaffio i vostri piedi”

Tuttavia, lui non poteva far niente, la legge dell'Ommerta parlava chiaro: Zitti e Muti! Ebbene sì, valeva anche per lui, che rendeva loro la pariglia comunque con scherzi straordinari. Uno di questi era la Guerra.

La Foresta e un fiume dividevano la Landa in due parti uguali e nella parte opposta vi erano i troll che vivevano in una fortezza perché erano, una volta un popolo molto religioso che amava la guerra. E cosa differenziava i due popoli della Landa? I Troll erano elfi molto alti ma di fatto, erano popoli semplici come gli gnomi, avendo abbandonato l’uso della violenza da secoli ma non della preghiera e usavano salutare i loro sovrani esattamente con le stesse frasi “Baciamo le mani” e “Innaffiamo la terra".

I mesi nella Landa erano composti di venticinque settimane e si dividevano in Too(dd), Lis(poo), Olm(omma), Lon(torbo), (O)Leo, Loc(uccio), Lon(gogo), Ne(cana)bieve nei 4 mesi di festa e Na'Gart(ilma) nei due invernali.) ”.

IL venticinquesimo giovedì del mese la guerra iniziò e da quel giorno nessuno gnomotto, nemmeno il Goss avrebbe detto: "ho innaffiato la terra" o avrebbe rispettato le tradizioni. Le guerre, erano divertenti ma stancanti; si giocava ad una specie di calcio: la “moscamorta”; a “guarda che bella fata, se l'acchiappi prova a rubarle le ali o un bacio” anche se gli gnomi provavano sempre a tentare di strappare loro un bacio e finivano per essere rifiutati. Quando riuscivano a conquistarle, sparivano e fondavano villaggi interi insieme alle amate o amati (le guerre vedevano impegnati maschi e femmine delle due razze) ma questa è storia per un altro giorno. Ultima era “fingi di fare il morto, è facile!” ma nessuno riusciva mai a capire come si facesse, finivano per farsi il solletico e bere una birra davanti al fuoco insultando i loro sovrani. 

Questi erano alcuni dei giochi della Guerra che il gran Goss e il gross Toss (il capo dei Troll), che si chiamava Zulgeteb, organizzavano ogni anno per ringraziare gli gnomi ed i Troll che innaffiavano tutti i santi giorni la terra dove passavano i loro capi. E ogni anno ne inventavano nuove nella tenda grande da campo dove si sbizzarrivano con una mappa e stupidate varie bevendo birra e mangiando pane e formaggio o insalate di patate da campo. Le guerre erano stupide usanze di un tempo in cui gnomi e troll si uccidevano per le strade e per stupidate, a colpi di coltelli e frecce. Le due parti della landa si incontravano solo questa volta dell’anno, il resto, si tenevano distanti proprio per evitare guerre.

Quell’anno pero’, mentre loro stavano per divertirsi, le Gnomotte fecero una cosa grave; strinsero amicizia con le Trolle. 


2 L'amicizia e la Sorellanza.

La notizia si sarebbe allargata a macchia d'olio per tutta la terra, la reputazione degli gnomi e dei Troll sarebbe venuta meno (già adesso ne avevano davvero poca nel mondo degli elfi e della fate) allora il Gros Truss e il gran Gross, secondo i soprannomi datigli dai loro cittadini, eressero la solita tenda nel mezzo della festa, molto in anticipo rispetto al solito, rendendo ufficiale così la momentanea pace (segreta) e organizzavano la guerra contro le loro mogli che avevano fatto una cosa così grave. 

Un usciere all'entrata chiedeva: Sei andato al gabinetto stamattina? Chi rispondeva "si" era ammesso. Ovviamente, le donne erano più intelligenti e a tale domanda non rispondevano, quindi dicevano un secco no o non rispondevano affatto! Esse ignoravano di fare il loro gioco perché i maschi l’avevano studiata a posta così. Non per niente erano i capi delle loro comunità da secoli.

Prima di tutto, i due sovrani decisero di chiudere le frontiere per non fare trapelare la notizia, anche se sarebbe trapelata lo stesso e annunciarono la guerra. Una guerra tra maschi e femmine? Gnomotte e Trolle pensarono fosse una interessante variazione alla solita stupidata, iniziarono pure a sperare di veder cambiare qualcosa e unire i due popoli non troppo distanti. Da tempo speravano che i due popoli potessero prendere a commerciare seriamente e non di sfuggita o fare reali feste insieme smettendo di guardarsi male quando passavano per i sentieri comuni. Entrambi i popoli avevano le usanze antichissime di innaffiare la terra e baciare le mani dei loro sovrani. Le Trolle e le Gnome, superata la prima fase di sorpresa, accettarono, sicure di poter vincere. Tuttavia quel primo anno non ci fu alcuna guerra, Goss e Toss non si erano decisi. E la cosa venne rimandata a data da destinarsi. Gnome e trolle che avevano soltanto ufficializzato qualcosa che da tempo andava in giro e chiamavano “Sorellanza” riunendosi in segreto nei boschi in comune e scherzando e ridendo dei loro maschi, divenne ufficiale. E nessuno dei due Sovrani, poté evitare che la notizia si spargesse, tanto che presero perfino ad approvare la cosa, permettendo alle loro mogli, a loro dire, di tenere incontri in casa sopportando questa stranezza con ironia e a volte perfino cucinando per loro. 

Tuttavia, l’anno successivo, alla fine della guerra, Gnomi e Troll si ubriacarono e la sorpresa delle donne fu grande quando le mogli dei partecipanti alla guerra furono costrette a fuggire, minacciate dalle mani vogliose dei loro mariti che si erano ubriacati su comando di Goss e Toss, i quali se la ridevano dentro la loro tenda. 

Gnome e trolle quindi persero la gara. Tornati ai loro paesi, (La località della Guerra, situata lontano dai due paesi, era nota solo al Guce e al Tuce, gli altri vi arrivavano bendati e guidati da quei due con continui e spettacolari incidenti) tutto era dimenticato. Nei due paesi si tornò alla vecchia regola dell'ommerta, ma da quell'anno in ogni Guerra vi sarebbe stato uno scontro tra maschi e femmine e ovviamente i due popoli furono più vicini ma mai troppo. Presero però a vedersi più spesso, per commerciare o stabilire un trattato di pace ufficiale in modo da ospitare le delegazioni degli altri popoli elfici insieme. La Sorellanza prosperò e aprì uffici in tutti i villaggi della landa, portando coperte, cure e una parola buona a tutti, e occupandosi ufficialmente dei parti. E nella sorellanza che divenne “La Comunità della Landa” lavoravano sia maschi che femmine.


3 I Porcarusedi e il Matrimonio. 

I bambini dei due popoli erano molti e tutti belli, nel linguaggio comune erano detti"Porcarusedi" perché si sporcavano giocando a moscamorta per le strade e dicendosi l'un l'altro: "L’hai innaffiata la terra?- No!- Ora basta!" E si prendevano a pugni. Gli adulti che non sapevano fare a botte, cercarono di punire i figli e le figlie che facevano queste stranezze, ma avendo i figli picchiato anche loro si rivolsero al Goss. Questi stordì i piccoli bambini con un paio di peti e li picchiò ben bene. Quando finì, i porcarusedi avevano così tanta paura di lui che diventarono degni figli dei loro genitori anche se solo momentaneamente. Quell’anno però sarebbe accaduto qualcosa di strano infatti da cambiare le sorti della Landa stessa. 

Don Garik iniziò come al solito la giornata, visitando tutti i suoi gnomi iniziando come al solito con: "Avete innaffiato la terra dove passo?" 

E tutti risposero in coro: "Si, l’abbiamo innaffiata, Goss."  

E Don Garik continuò: "Ebbene, avete innaffiato la terra per un motivo ben più che onorato: Mia figlia si sposa!" 

Non disse più nulla e se ne andò via, ma gli gnomi credevano a Don Garik e poi la Legge dell’Ommerta parlava chiaro: ZITTI E MUTI...basta mangiare!

Si venne poi a sapere che dopo lunghe e penose discussioni, il figlio del Goss e la figlia del Toss si erano innamorati e avevano deciso di sposarsi, andando contro la tradizione ma, grazie alle donne delle due comunità, completando una vicinanza che doveva solo portare a questo.

La lunga cerimonia fu favolosa: tutti, zitti e muti piansero e mormorarono canzoni di felicità camminando accanto all’albero più grande della foresta e poi passarano le tre giornate successive a mangiare, bere e cantare, come da tradizione dei due popoli della Landa.

Alla fine dei tre lunghi giorni di festa, verso sera, la sposa si mise lo sposo sulla testa e lo portò fino alla soglia di casa. Lì fu lui a portarla in braccio al di là della soglia, come secondo l’usanza. Poi si diressero nella stanza da letto, dove avrebbero dovuto passare i tre giorni successivi, (sempre secondo l’usanza) zitti e muti a divertirsi da soli, con cibo e birra in quantità.

Il Goss aveva in mente di fare qualche peto sul loro cuscino per guastargli la festa, così, nella sua semplicità, ma arrivò in ritardo, gli sposini si erano già coricati e facevano troppo rumore. 


4 La morte del Goss e la fine degli Gnomotti.


Come succede a tutti, un giorno il vecchio Goss morì. Il funerale fu meraviglioso perché non vigeva la legge dell’Ommerta che prevedeva lo zitti e muti, ci fu anche un banchetto e si svolse nella sala più bella della landa. Tra i presenti c’erano il Toss e Merlino, un vecchio amico umano del Goss che si diceva praticasse la magia ma era soprattutto bravo con i fuochi d’artificio. 

Subito dopo, i porcarusedi, ormai adulti, si ribellarono perché avevano scelto un Goss tra loro, diverso da quello eletto dagli anziani. Ucciso il Toss, marciarono contro i Troll e li vinsero, costringendoli alla fuga o alla morte. I Troll fuggirono, mischiandosi agli umani ma non dimenticarono la pesante disfatta. Così dopo aver appreso la malvagità e le tecniche di lotta umane, tornarono nella landa e distrussero ogni traccia degli gnomi e del Goss.

Col tempo dimenticarono, diventando uomini a tutti gli effetti e oggi ormai questa è solo una leggenda che neanche i più vecchi conoscono.


Sappiamo però che nel mondo malavitoso è oggi in uso la convenzione del "Boss". Forse parente di Goss e Toss? E "baciamo i piedi" sembra ricordare "baciamo le mani". L'ommerta ricorda la ben più grave omertà e picciotti al posto di gnomotti. La cosa strana però è che "Hai innaffiato la terra?" non figura in alcun libro. 


Fine. (Forse)